Scontri, divisioni, prese di posizioni con un “muro contro muro” che, alla fine, fa male a tutti. La seduta del Consiglio comunale di Favara, che ieri sera ha proseguito i lavori in un clima che vede “l’un contro l’altro armato”, (per citare Manzoni nella sua Ode “Il 5 Maggio”), ha evidenziato ancora una volta la distanza che c’è tra l’Amministrazione comunale e l’Assise cittadina.
Che il sindaco Antonio Palumbo possa contare in aula su una “maggioranza” di appena 3 consiglieri su 24 lo si sapeva fin dal giorno successivo alle elezioni, ma che la distanza tra le parti, invece di accorciarsi si stia allontanandolo sempre più, lo si nota nell’aria e lo si constata ad ogni seduta consiliare.
In aula succede anche che lo scontro si acuisce fino al punto che la presidente Miriam Mignemi stoppa una rischiesta di intervento del sindaco Antonio Palumbo (parola poi concessa) e che il sindaco respingendo le accuse di non coinvolgimento del Consiglio comunale in alcune iniziative, è costretto a fare “facci provi”.
Ieri si è avuta la conferma della “solidità” dell’opposizione composta da ben 21 consiglieri, che non esita un attimo a votare atti anche con i pareri sfavorevoli dei dirigenti e dei revisori dei conti, dimostrando determinazione e di credere fermamente negli atti che propone, ma sui quali si nutrono seri dubbi per la loro applicazione. Stessa opposizione che non riesce, o non vuole spiegare il perché boccia una proposta di deliberazione consiliare, proposta quindi dal Consiglio e non dall’Amministrazione, relativa ai principi dello “ius soli” che vede il “NO” pronunciato anche dagli stessi consiglieri di opposizione che avevano firmato e proposto l’atto deliberativo.
I particolari delle discussioni sui vari punti dell’ordine del giorno trattati ed esitati ieri sera li troverete su altri articoli pubblicati nelle varie pagine del nostro giornale.