Riceviamo e pubblichiamo integralmente la replica dell’Associazione Magistrati Sezione di Caltanissetta sulle recenti affermazioni del notaio Bartoli riferite all’inchiesta “Avaritia”.
ANM sezione di Caltanissetta
“Assistiamo con sconcerto ad accuse tendenziose e melliflue – in questo caso ancor più gravi perché provengono da chi, definendosi “giurista”, svolge la professione di notaio – nei confronti di due magistrati che svolgono le funzioni di sostituto procuratore della Repubblica presso la Procura della Repubblica di Gela.
I dottori Luigi Lo Valvo e Ubaldo Leo sono stati profondamente lesi, nell’esercizio della funzione giudiziaria, dai post pubblicati su social network dal notaio Andrea Bartoli.
I due magistrati sono stati chiamati per nome di battesimo da chi non li conosce e dileggiati con toni fintamente paternalistici da riferimenti alla loro presunta inesperienza, nonché da riferimenti ai loro figli, indubbiamente di cattivo gusto.
Da anni come magistratura associata denunciamo i limiti di una normativa sulla pubblicazione di atti coperti dal segreto non adeguata a proteggere gli interessi delle persone sottoposte ad indagine.
Ma non è certo paventando – su facebook o sui media – che i pubblici ministeri titolari di un’indagine abbiano passato le notizie ai giornalisti che si risolve il problema.
Laddove si fosse convinti del contrario, male avrebbe fatto il notaio a non recarsi immediatamente a denunciarli presso le sedi competenti.
Senza entrare nel merito della fondatezza dei fatti contestati, fermamente convinti che ci si debba difendere nel processo e non dal processo, è opportuno riportare, sia pur brevemente, una corretta informazione in ordine alla scansione procedimentale della vicenda.
Per Andrea Bartoli, indagato per due fattispecie di reato in concorso con altri tre soggetti, a differenza che per uno di essi, attinto da misura custodiale, non è stata chiesta dalla Procura di Gela alcuna misura cautelare; dunque, correttamente, non gli è stata notificata l’ordinanza di applicazione delle misure cautelari, venendo tuttavia a conoscenza delle imputazioni a suo carico da terzi.
Non sono stati compiuti atti procedimentali nei confronti di Andrea Bartoli per i quali fosse necessaria la presenza del suo difensore, pertanto non è stato destinatario di informazione di garanzia.
Il pubblico ministero ha depositato tempestivamente le richieste di proroga delle indagini preliminari, anche per il Bartoli.
Infine, la parola “Avaritia” non è mai stata usata dai magistrati né nel comunicato diffuso dalla Procura di Gela né nel corso della conferenza stampa all’uopo indetta, in piena ottemperanza a quanto previsto dall’art. 3 del decreto legislativo n. 188/2021.
Esprimiamo pertanto piena solidarietà ai colleghi della Procura della Repubblica di Gela, nella certezza che tali iniziative non potranno turbarne la serenità e la determinazione nel quotidiano impegno.
Caltanissetta 09.06.2022
La Giunta Distrettuale Anm di Caltanissetta
(Chiara Benfante, Santi Bologna, Calogero Cammarata, Eleonora Guarnera, Massimo Trifirò, Martina Scuderoni)