Giuseppe Maurizio Piscopo
La mattina del 2 luglio a Favara mentre uscivo di casa, in via Zanella nei pressi del Cortile dei sette cortili ho incontrato Luciano e Irene due giovani provenienti da Treviso e Verona, due facce pulite, piene di luce e di sole che mi hanno chiesto dove si trovasse la Farm. Prima di indicare loro la strada, abbiamo parlato di Favara e della sua luna cangiante. Siamo entrati in grande simpatia. Ad un certo momento, sono rimasto così affascinato dalla loro storia, dal fatto che i due ragazzi a piedi stavano facendo un tour per scoprire le bellezze della Sicilia, con un caldo che superava i quaranta gradi, li ho invidiati. Nei loro occhi ho letto la gioventù, la voglia dell’avventura, la felicità, l’amore per la vita e per la Sicilia. Non ci ho pensato due volte, così ho preso la fisarmonica ed ho suonato per la strada solo per loro “Palazzo Adriano” un brano che ho dedicato a Totò Cascio e ai luoghi di Nuovo Cinema Paradiso…
I ragazzi per ringraziarmi mi hanno invitato nelle loro città a Verona e a Treviso. Ho promesso, che a settembre li andrò a trovare in treno.
Ma andiamo a conoscere da vicino i due ragazzi del nord…
Cosa fa Luciano nella vita?
Luciano Morandini 47 anni di Orsago provincia di Treviso analista di azienda.
Cosa fa Irene nella vita?
Irene Pianezzola 39 anni di Verona commercialista per una multinazionale.
Che impressione vi ha fatto Favara?
A Favara ci siamo trattenuti poco perché eravamo di passaggio.
Siamo stati però subito accolti a inizio paese da persone che spontaneamente ci suggerivano cosa andare a visitare. È stato bello in Piazza trovare persone radunate in cerchio con le sedie a chiacchierare, cosa che purtroppo si sta perdendo e che ci hanno intrattenuto durante una buona granita. Favara si trova in un punto strategico tra mare ed entroterra. E’ un paese magico!
Da che cosa nasce questo progetto di visitare la Sicilia a piedi?
Abbiamo scelto di viaggiare a piedi per poterci gustare in modo lento luoghi e persone così da riscoprire il piacere dell’accoglienza e delle relazioni, qui in Sicilia abbiamo trovato un’ospitalità eccezionale. Questo progetto è stato pensato pianificato e realizzato parzialmente nel 2021.
Eravamo curiosi di scoprire più a fondo la regione Sicilia, non solo le zone del turismo classico, ma anche i paesi dell’entroterra, così ad agosto del 2021 siamo partiti da Catania, abbiamo risalito l’Etna, abbiamo attraversato i Nebrodi, le Madonie, la costa palermitana fino ad arrivare ad Erice, per poi scendere a Trapani e prendere il traghetto per visitare le isole Egadi.
Nel gennaio 2022 abbiamo percorso a piedi la strada che da Catania porta a Messina, godendo delle bellezze di Taormina e dei paesi della Valle D’Agrò. Il 26 giugno di quest’anno siamo ripartiti da Trapani per chiudere il giro della Sicilia passando per la Costa Sud, senza farci mancare anche in questo caso, un po’ di entroterra, per poi arrivare fino a Siracusa.
E’ la prima volta che vi cimentate in un’avventura di questo tipo?
No, ne abbiamo già fatte altre. Lo scorso anno appunto abbiamo attraversato la parte nord da Catania a Trapani 670km. Negli scorsi anni siamo stati nella Costiera Amalfitana 220km da Salerno a Santa Maria di Leuca attraversando la Basilicata 610km, Abruzzo -Molise-Gargano 420km Catania-Messina 210km. Tutti posti meravigliosi da scoprire e grande accoglienza, peccato solo che in alcune zone i sentieri non siano sempre puliti e praticabili.
Quali sono le difficoltà che avete incontrato?
A parte il ghiaccio sulle strade?!?
Scherziamo, il caldo sicuramente. Non ci aspettavamo un clima così torrido anche a giugno.
In alcune zone dell’entroterra le distanze tra un paese e l’altro sono importanti e quindi dobbiamo essere ben attrezzati di tutto il necessario (cibo, ma soprattutto acqua), anche se poi non è la prima volta che incontriamo persone inaspettate che ci aiutano con acqua fresca.
Che idea vi siete fatta dei siciliani?
I siciliani sono persone molto accoglienti e disponibili.
Solari e curiosi di conoscerci, non capita tutti i giorni specie nelle zone non turistiche di imbattersi in qualcuno che fa una cosa simile e rimane affascinato per la nostra avventura.
Lo scambio che si crea è affascinante, noi portiamo la nostra esperienza, loro l’arricchiscono con dettagli dei luoghi e un pò di storia del posto e la loro personale esperienza. Anche se è capitato molte volte di “far conoscere” noi ai locali, dei posti vicino casa loro di cui non conoscevano l’esistenza perché difficili da raggiungere in auto.
Potete descrivere una giornata tipo?
Sveglia presto 5-5.30. Dopo aver litigato un pò con la sveglia si prepara lo zaino, la colazione e iniziamo il cammino che rappresenta per noi il vero viaggio a cui si unisce visitare i luoghi lungo il percorso di giornata, visto il gran caldo. Pausa tra le 13-16 circa, al mare o in zone ombreggiate, per poi riprendere il cammino fino alla all’arrivo alla tappa di giornata.
Prendiamo possesso dell’alloggio, una bella doccia per riprenderci e poi visita al luogo e cena.
Il tutto se non succede qualcosa nel mezzo, cosa non rara tipo pranzo con persone incontrate sul luogo, bagnetto, il b&b trovati sul percorso, perché come detto in Sicilia sono sempre tutti molto ospitali.
Ci sono organizzazioni in Italia e nel mondo che facilitano e invogliano questo tipo di esperienza?
Non sappiamo, se ci siano organizzazioni che spingono questo tipo di viaggi, certo è che negli ultimi anni sempre più persone si avvicinano al mondo del “viaggiare lento”.
La nostra bella Italia offre diversi cammini, però come detto solo i più frequentati sono ben tracciati, puliti e con strutture ricettive organizzate per dare alloggio.
Crediamo, che per ora sia più il passaparola dell’esperienza fatta come la nostra a stimolare altri a partire, che non la promozione da parte di enti. Inoltre a differenza del cammino di Santiago che è molto frequentato e quindi ci si sente più tutelati, qui da noi qualcuno può avere maggiore titubanza a provare. Ciò che è certo, è chi inizia difficilmente smette, perché sono certamente viaggi impegnativi ma carichi di soddisfazioni. La fatica fisica è meno pesante di quella psichica e nel mondo di oggi frenetico rallentare e connettersi sull’ascolto del proprio corpo, sul vero “incontro” dell’altro appaga enormemente.A fine giornata si è indubbiamente stanchi, ma ricchi di tutto ciò che si è vissuto e si dorme all’istante e profondamente, perlomeno questo è quello che succede a noi.
Com’è il mondo a piedi?
Lento e libero, ricco di scoperte di luoghi, profumi, colori e permette di assaporare tutto di vedere ciò che con i mezzi sfugge. Di essere visti, e quindi di stimolare la curiosità e l’interazione sempre mantenendo il rispetto per le persone. Non sei visto come turista ma come scopritore e quindi l’approccio a nostro avviso è molto più cordiale e disponibile. Tutti vorrebbero rendersi utili in ogni modo, a parole e a gesti. E poi ci fa sempre sorridere che sono increduli sul fatto di non usare mezzi, già la bici viene capita, ma a piedi proprio no. Molti si fermano a proporci passaggi. La cosa più bella in assoluto dell’incontro a piedi, però è che non ti fanno mai sentire soli, tutti si interessano per il resto del viaggio, vogliono sapere come procede e si rendono disponibili in caso di necessità e questa è una grande ricchezza, che nella vita quotidiana è difficile da trovare, perché nella frenesia e nella diffidenza di tutti i giorni diventiamo egoisti e non guardiamo il prossimo.
Cosa pensate della triste fine che sta facendo il nostro pianeta?
Non sappiamo che destino avrà questa nostra bella terra, possiamo solo dire una frase fatta, tutti dobbiamo dare il nostro contributo se non a migliorare la situazione, almeno non peggiorarla.
Ed aggiungiamo un altro pensiero, post lockdown da covid, siamo stati al lago di Garda da noi e abbiamo notato come acqua e dintorni fossero molto limpidi, forse il frenare a volte questo vortice che ci ingloba potrebbe aiutare noi e anche l’ambiente.
Cosa avete provato quando ho suonato la fisarmonica per strada solo per voi?
Il nostro incontro descrive perfettamente molto di quanto detto prima, talvolta non ci si trova con qualcuno nemmeno se ci si dà appuntamento. Durante questi viaggi ci succede questo trovarsi nel momento giusto, quasi una chimica un’attrazione calamitica tra noi pronti a ricevere e lei pronto a dare, da una chiacchiera al volo in movimento, alla sosta breve per lo scambio di chi siamo, la conquista di esserci colpiti a vicenda e in questo caso il regalo inaspettato anche di un concerto privato, reso ancor più speciale da quel “non lo faccio mai ma per voi lo faccio” fantastico, resti ricco per tutto il giorno e hai un episodio fantastico da raccontare che è emozionante anche per chi non era presente-
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Continuare a scoprire il territorio italiano e non solo per aumentare la nostra cultura dei popoli e dei luoghi. La nostra mente è già attiva su nuovi progetti, ma ci lasciamo travolgere dagli eventi, quindi ad oggi portiamo a termine questa avventura e per le mete future ci penseremo al nostro rientro.
Speriamo, che questa nostra esperienza possa essere da stimolo anche per altre persone a provare un tipo di viaggio differente, impegnativo, ma molto appagante.
È un modo di viaggiare che permette di staccare la mente, aumenta la consapevolezza dei propri limiti, ma anche delle proprie capacità. Sono esperienze diverse se fatte da soli o in coppia.
Da soli si ha il carico sia dell’organizzazione, che della messa in pratica, ma sviluppa la propria, determinazione ed espansività nell’affrontare le difficoltà. In coppia occorre aiutarsi nella pianificazione che deve soddisfare le idee e le aspettative di entrambi, bisogna avere rispetto l’uno dell’altro sostenendosi a vicenda e spirito di adattamento.
Camminare ci fa sentire liberi e arricchisce la nostra mente. Sono le piccole storie della nostra vita…