Gaetano Scorsone
La notizia della riapertura della Chiesa Madre ormai corre nella nostra comunità, destando in tutti quel sollievo interiore atteso da due anni.
Nella serata del 15 luglio del 2020 si verificò quell’accidentale corto circuito chr sviluppò l’incendio dell’organo posizionato nella navata di destra della chiesa simbolo della nostra città, provocando dei danni fortunatamente contenuti per il tempestivo intervento di volontari e, immediatamente a seguire, dei Vigili del Fuoco subito accorsi.
Ne derivò la conseguente chiusura per l’espletamento di tutte quelle procedure che solitamente scattano al verificarsi di incidenti simili.
Adesso completati i lavori di ristrutturazione e di adeguamento ai più moderni standard di impiantistica, di sicurezza e di efficienza energetica la Chiesa di Sant’Antonio di Padova, più conosciuta come Chiesa Madre o Madrice, riaprirà il suo portale principale per accogliere, quasi in un simbolico abbraccio, i devoti suoi fedeli. Ma se molto è stato fatto grazie al finanziamento ricevuto dalla CEI, molto ancora rimane da fare per la cura di quei particolari che ne completano l’arredo, ne rafforzano il decoro, ne migliorano la fruizione.
Ad esempio, fuori da ogni tipo di manutenzione sarebbe rimasta la cancellata in ferro che delimita il sagrato della chiesa, e invece, grazie alla generosità di un negozio di ferramenta che ha fornito gratuitamente la vernice e il corredo necessario per la verniciatura, e ad un gruppo di fedeli che si è accollata la spesa per la manodopera, anche questo particolare concorrerà a dare lustro alla NOSTRA casa della preghiera.
Lo stesso dicasi per il portale principale e i due laterali sui quali si rilevano i segni dell’azione degli agenti atmosferici e della radiazione solare: per la gratuita fornitura di impregnanti da parte di un devoto rivenditore e per l’anticipo delle spese di verniciatura da parte di altri fedeli anche questi segni di logoramento saranno opportunamente cancellati prima della riapertura prevista per la prossima festività di Ognissanti ovvero il 1° novembre p.v. E per la stessa via si confida che possano portarsi a compimento diversi altri importanti interventi per dare il giusto lustro ad uno dei più importanti simboli della nostra identità comunitaria che abbiamo ricevuto dalle generazioni passate, ereditando dalle stesse anche la responsabilità per la sua dovuta ed amorevole cura affinché possa perpetuarsi, nel tempo, quale espressione della nostra devozione e del nostro sano orgoglio di comunità solidale capace di onorare le proprie responsabilità con convinzione, impegno e alto senso del dovere.
Così come avviene nelle buone famiglie, anche nella nostra comunità cittadina, famiglia di famiglie, noi tutti, adesso, siamo chiamati a trasformare i nostri sentimenti, la nostra sensibilità e la nostra attiva partecipazione in una donazione che, al di là della sua entità (ciascuno secondo le proprie possibilità) e secondo un virtuoso circolo di cittadinanza solidale, possa alimentare un fondo di spesa dal quale poter attingere per la realizzazione ed il completamento di tutti quegli interventi che ne consolideranno la struttura, ne salvaguarderanno l’aspetto e ne esalteranno l’imponente profilo. Per il conferimento delle offerte, personali e/o Associative, ci si potrà rivolgere all’Arciprete don Giuseppe D’Oriente o, se si preferisce, si potranno accreditare sul conto corrente parrocchiale del quale si riporta, di seguito,
l’IBAN : IT 56PO 20088293 0000300 690405. Ci sono dei valori rappresentati da simboli universalmente riconosciuti per i quali bisogna superare le divisioni ed i pregiudizi e concentrarsi sui motivi di unità e di comune impegno. Ci sono dei momenti in cui più delle parole valgono i fatti, soprattutto quando bisogna sostenere quel Bene che comprende le aspettative di tutti e le speranze di ognuno. E per noi favaresi di tenace concetto e di sano orgoglio questa è una importante e predittiva verifica.