Dottore Filippo Sciara
Il territorio di Favara, per la sua posizione, prossima alla città di Agrigento, costituiva, nel periodo antico e medievale, un importante crocevia dal quale s’irradiavano le grandi vie di collegamento con alcune delle più importanti città dell’isola.
Notizie certe sulla viabilità siciliana esistono per il periodo tardo antico. Si è conservato fino noi, una sorta di itinerario di marcia, itinerarium adnotatum, lungo le strade romane dell’impero, detto Itinerarium Provinciarum Antonini Augusti, risalente al tempo dell’imperatore Marco Aurelio Antonino, detto Caracalla (circa 217 d.C.) e aggiornato fino all’epoca di Costantino. In esso sono elencate le città, le tappe di sosta e le distanze che le separavano. Come tutte le strade dell’impero romano, prevedeva delle stazioni di sosta, lungo il percorso, che consentivano agli uomini e agli animali da trasporto di riposarsi e mangiare. In base ai servizi che offrivano al viaggiatore, dove non mancavano mai le terme, si distinguevano in stationes e mutationes.
Le stationes funzionavano da alberghi per uomini e animali, dove si poteva riposare e mangiare nelle tabernae che in genere erano nei pressi, mentre le mutationes consentivano di cambiare i cavalli, aggiustare i carri o ricevere assistenza veterinaria dal medicus equaria.
Per indicare le distanze ai viaggiatori, i Romani collocavano ai margini delle strade cippi di pietra o di marmo chiamati miliaria passum, ogni mille passi romani, corrispondenti al miglio romano, dove il passo era di 148 centimetri.
Nell’Itinerario Antonino erano menzionate la via Agrigentum-Catina (Agrigento-Catania), che è una strada per noi di grande interesse perché veniva ad attraversare in pieno il territorio di Favara, a sud percorso anche dalla via Agrigentum-Syracusae (Agrigento-Siracusa) e a nord dalla Agrigentum-Panormi (Agrigento-Palermo).
Questa viabilità, già consolidata nel periodo antico, ha fortemente condizionato l’ubicazione degli insediamenti umani nel territorio di Favara, oltre che nel periodo antico, anche in quello medievale. Rintracciare l’esatto percorso topografico di queste strade significa anche prendere coscienza del valore socio-economico e politico degli abitati che su di esse insistevano.
Le strade romane passanti per il territorio di Favara, sono documentate anche nei periodi medievale e moderno, quando erano menzionate come vie pubbliche, cosi come erano dette nel periodo imperiale Romano.
Una preziosa fonte medievale testimonia che, per andare da Agrigento a Naro (uno dei due primi tratti stradali, della via Agrigento-Catania romana), e viceversa, si passava da Favara.
La regina Maria di Navarra, nel maggio 1411, era presente giorno 3 a Naro, giorno 4 a Favara e giorno 5 ad Agrigento. La stessa regina, il 5 maggio 1411, mentre si trovava accampata alle porte di Agrigento, riferiva: «exinde in dey nomine cavalcammu di la dicta terra di Naru et fommu cum tucta la potencia nostra et di li nobili conti baruni et cavaleri ac regii servituri nostri obedienti et fideli in lu castellu di la Favara, ubi fommu beni et gratanter richiputi per lu nobili bernardu bilingeri; deinde cavalcammu et fommu donanti Girgenti cum tucta nostra potencia, cum popositu di tractari lu beneficiu di lu regnu per via di clemencia et benignitati».
In un documento del 7 agosto 1618, questo tratto di strada era detto via publica di Naro: «feudorum vocatorum unis lu cuppitellu et alterius la perciata in valle Mazzarie prope civitatem Agrigenti et lo chiuppitello confinantis cum via publica di Naro et con li feghi della baronia della Favara et la perciata confinante con lo territorio di Santo Stefano et con barone della Favara»
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La via pubblica che da Agrigento andava a Naro, passando per Favara, era ancora attiva nel 1780, quando Jean Houel, pittore del re di Francia, visitava l’Agrigentino, dopo aver visto altre parti della Sicilia. Jean Houel riferiva che la strada diretta a Naro passava per Favara, era condotta attraverso i pendii di enormi montagne, ed era ridotta a dei sentieri molto accidentati: «Je partis pour visiter la ville de Naro: elle est situèe a quatre milles a l’orient de Girgenti. On passe por la Favara pour s’y rendre. Toute cette route se fait sur le penchant de montagnes ènormes; où l’on ne rencontre que de très-mouvais chemins».