Gaetano Scorsone
Una domenica a dir poco speciale quella che oggi, 11 dicembre, Favara gioiosamente, intensamente, comunitariamente ha vissuto.
Quasi abbracciando la liturgia della 3ª domenica di Avvento che, per la Chiesa è la domenica “Gaudete”, sin dalle prime ore della mattinata, incoraggiate da favorevoli condizioni meteorologiche, diverse famiglie si sono messe in movimento per onorare gli impegni assunti con la comunità di appartenenza attraverso eventi, iniziative e momenti di preghiera offerti per “rallegrarsi insieme” dell’approssimarsi del Natale, per il fatto di riscoprirsi sempre più comunità inclusiva, per accorgersi di progredire, sia pur fra difficoltà e problemi ancora non del tutto risolti, in un avviato processo di cambiamento e crescita civile.
Il variegato calendario degli eventi natalizi favaresi oggi, infatti, ci ha offerto due importanti manifestazioni: la Messa per le Famiglie dei Donatori e la Parata di Natale senza Barriere, a cura, rispettivamente, del Gruppo Comunale A.I.D.O. “N. Papa – S. Urso” e delle Associazioni in Festa. Al di là della meritorietà delle più che apprezzate iniziative e dei complimenti agli organizzatori per l’impegno profuso per la loro ottima riuscita, vorrei condividere un’analisi più estesa della giornata di oggi, senza nulla togliere, ovviamente, al plauso riscosso e alla gratitudine giustamente da più parti espressa per tutta la complessa macchina organizzativa, ma solo e soltanto per amplificare ancora di più i motivi di compiacimento in chiave comunitaria.
Se, infatti, è stato motivo di gioia e di sano orgoglio vedere tanta prorompente vitalità conquistare Favara dietro la spinta dei sentimenti delle sorelle e dei fratelli delle Associazioni in Festa, delle virtuose famiglie dell’ANFFAS e dei Volontari del Gruppo Comunale A.I.D.O. , questa irresistibile esultanza si è decuplicata nel constatare la presenza in Piazza Cavour, al fianco delle sigle organizzatrici, di rappresentanti di numerose altre Associazioni che si sono sentite in dovere di portare un’aggiuntiva testimonianza di partecipazione, di condivisione e di solidale comunione. Il tutto all’insegna di quel “Gaudete” della liturgia della Chiesa che potremmo, a ragion veduta, integrare orgogliosamente dicendo: “ . . Rallegriamoci sempre nel Signore che ci ama. Il Signore è vicino e noi, con gioia, impegno e solidale partecipazione ci avviciniamo sempre più a Lui”.
A Favara diverse scintille hanno avviato un processo di cambiamento che la porteranno progressivamente a interpretare quel ruolo che giustamente le compete, e non solo per la storia da cui proviene ma, anche, per le prerogative che è in grado di esprimere attraverso i talenti delle sue figlie e dei suoi figli che in lei trovano ispirazione, incoraggiamento e amore.