Vincenzo Cavaleri
L’edizione 2023 della festa del Mandorlo in Fiore inizia domani (domenica 5 marzo) ad Agrigento per concludersi lunedì 13 marzo a Naro, dove si svolse per la prima volta negli anni trenta.
Gli unici documenti ufficiali pubblici, a proposito della nascita della Festa, ci portano al Mandorlo in Fiore del 27 febbraio 1938 (articolo sulla pagina “Cronaca della Sicilia” del Giornale di Sicilia in data 3 marzo 1938) ed a quello celebrato nella Valle del Paradiso nell’anno 1939 (filmato dell’Istituto Luce in data 15 marzo 1939, qui accessibile).
Ma qualche foto documenta anche lo svolgimento della Festa del Mandorlo, a Naro, nell’anno 1937. E qualche articolo di stampa riporta addirittura che questa Festa si sarebbe svolta a Naro, per la prima volta, nell’anno 1934.
E’ stato pure detto che la Festa del Mandorlo del febbraio 1934, a Naro, sarebbe stata il corollario di un incontro avvenuto nei primi giorni di quell’anno, nella hall dell’Hotel des Temples di Agrigento. Qui, in altri termini, il conte Charles de Chambrun, ambasciatore francese in Italia, appena giunto ad Agrigento da Roma per incontrare alcuni aristocratici agrigentini e palermitani, sarebbe rimasto affascinato dalla conversazione col giovane conte Alfonso Gaetani, narese, a proposito delle campagne della Valle del Paradiso che, da lì a poco, si sarebbero tutte imbiancate grazie ai fiori di mandorlo sboccianti nella precoce primavera siciliana.
A quei tempi nella Valle del Paradiso non c’erano distese di vigneti, bensì grandi estensioni di mandorli, in mezzo ai quali scorrevano ancora pressoché fluide le acque degli affluenti del fiume Naro. E c’erano anche tante “gebbie” a servizio di modeste concerie fai-da-te o a servizio di greggi ed animali assetati e stanchi del lavoro nei campi. E c’erano infine tante grotticelle e piccole insinuazioni cavernose che, unitamente agli insediamenti catacombali paleocristiani, costituivano un suggestivo complesso speleologico, giustamente denominato “Grotte delle Meraviglie”.
Ma Naro ed Agrigento non avevano l’esclusiva della Festa del Mandorlo che durante l’epoca fascista si svolgeva in varie parti della Sicilia, come è documentato da questo filmato del 1932, girato dall’ Istituto Luce a Noto, in provincia di Siracusa, oppure da quest’altro filmato del 1938, sempre dell’Istituto Luce, nella Conca d’Oro palermitana.
La sagra del Mandorlo in Fiore è riuscita tuttavia a conservarsi e perpetuarsi soltanto ad Agrigento (e da qualche decennio anche a Naro, con la festa della Primavera) sino a divenire famosa nel mondo, grazie anche al Festival Internazionale del Folclore, oggi giunto all’edizione n. 65, dopo quattro anni di assenza a causa del Covid.
Odiernamente, si fa risalire il senso della sagra del Mandorlo In Fiore al mito di Proserpina, rapita da Plutone e portata negli Inferi, da dove -grazie all’intercessione della madre Cerere- poteva tornare sulla terra per un breve periodo dell’anno, durante il quale iniziava la primavera e i campi cominciavano a diventare fertili, rigogliosi e produttivi per l’agricoltura, coincidendo l’inizio della primavera, per l’appunto, col fiorire dei mandorli.
Altri collegano il senso della sagra al mito di Fillide ed Acamante. Quest’ultimo, partito per la guerra, non riuscì per vari imprevisti, una volta finita la guerra, a tornare dalla sua Fillide. La quale morì di crepacuore e dalla dea Atena, per compassione, fu trasformata in albero di mandorlo. Quando Acamante riuscì finalmente a tornare, seppe della morte della sua amata, poi trasformata in albero di mandorlo, ed andò ad abbracciare e baciare il mandorlo che, in risposta a quelle espressioni d’amore, fiorì di bianco, dando inizio alla primavera che rende rigogliosa la terra e l’agricoltura.
Ma la verità è che il regime incentivava, negli anni trenta, le sagre paesane che avessero a fondamento i prodotti dell’agricoltura, come il mandorlo o il grano, tenuto conto che il governo fascista guardava alla Sicilia come all’Africa d’Italia, dove occorreva valorizzare in primis l’agricoltura ed il suo ammodernamento con trattrici meccaniche e macchine agricole.
Oggi, per fortuna, la sagra del Mandorlo In Fiore ha altre finalità, come quella di diffondere la cultura della pace, quella di promuovere e valorizzare le tradizioni folcloriche e popolari di ogni parte del mondo (e in particolare quelle siciliane), quella di far crescere il senso di solidarietà tra le giovanissime generazioni, specialmente a seguito dell’introduzione del Festival dei Bambini, oggi giunto alla ventesima edizione.
Ma la sagra era già stupenda ancor prima che queste finalità cominciassero a profilarsi, come può ben vedersi, per esempio, in questo filmato del 1949 dell’Istituto Luce. Qui, la sagra inizia a tendere ad acquisire respiro regionale, con la partecipazione di rappresentanze folcloristiche del palermitano e del siracusano, oltre che del gruppo di folclore dei pastori di Favàra (che, nel video dell’Istituto Luce diventa, Fàvara).
Nelle foto:
-il conte Alfonso Gaetani al seguito di Gian Galeazzo Ciano, ministro e genero di Mussolini (il conte narese è quello a sinistra tra i due che sono dietro a Ciano);
-un momento della festa del Mandorlo in Fiore al tempio della Concordia di Agrigento;
-un momento della festa del Mandorlo in Fiore davanti la chiesa di Fan Francesco a Naro;
-Proserpina con la madre;
-Fillide e Antimaco.