E’ stato proiettato ieri, mercoledì 15 marzo, lo scioccante film documentario “Solo di passaggio” realizzato dall’associazione libica “Al Marsed-Osservatorio di genere in situazione di crisi” ,firmataria della Convenzione per i diritti nel Mediterraneo.
Il documentario sarà proiettato dal 14 al 22 marzo a Messina, Acireale, Caltanissetta, Caltagirone, Mazara del vallo, Sassari, Roma e, grazie all’iniziativa di Antonio Liotta, vicesindaco e assessore alla cultura, anche a Favara al fine di sensibilizzare alla delicata tematica del calvario dei migranti.
Solo di passaggio”- Testimonianze in cammino: i Migranti e la Libia, è stato proiettato ieri in un doppio turno: la mattina, alle 10:00 al Liceo Martin Luther King, diretto dalla dirigente scolastica Mirella Vella e, nel pomeriggio dalle ore 15.30, al Castello Chiaramonte alla presenza delle autorità civili, politiche e religiose; in entrambi gli appuntamenti ha presenziato la regista Souad che ha dimostrato di avere una grandissima sensibilità.
“Solo di passaggio” fa parte del progetto a più ampio raggio teso ad acquisire testimonianze oculari di migranti che arrivano in Libia, per poi presentarle ai tribunali della società civile come ad es. il TPP, Tribunale Permanente dei popoli. Documentario e testimonianza senza veli del calvario di dolore, umiliazione, disumanizzazione, vissuto dai migranti. Il migrante è solo un ospite di passaggio che non ha più né patria né famiglia, perché chi migra dopo aver lasciato il proprio paese, diventa straniero, il migrante è solo una persona che ha intenzione di “passare” e, allora, perché la sua traversata si trasforma in dolore? in angoscia? in una pena detentiva? in dramma? in una tragedia ormai entrata in un contesto globale?
A fare da sfondo a queste e a tante altre domande, le immagini crudamente reali delle condizioni disumane alle quali sono sottoposti i migranti, abusati ripetutamente fisicamente e psicologicamente; immagini foto-video che hanno fatto rimbalzare intero in sala dallo schermo, l’orrore di una situazione che non fa onore ad una società che voglia dirsi civile. Un documentario-denuncia del traffico umano che va ad arricchire contrabbandieri e reti mafiose, ma anche della mancanza di controlli circa l’impiego delle somme stanziate ed inviate dall’Unione Europea alla Libia per assicurare ai migranti dignitose condizioni di vita e che, all’evidenza, come molti dei migranti, non arrivano a destinazione.
La dirigente Mirella Vella ha richiamato “Il lungo viaggio di Sciascia” per ricordare come, non molto tempo fa, i clandestini eravamo noi. Antonio Liotta ha sottolineato che il comune di Favara, con atto deliberativo, ha aderito alla convenzione i cui fini: fare del Mediterraneo un’area di pace, di sviluppo, di prosperità economica, di rispetto dei diritti umani, soni gli stessi perseguiti dalla propria casa editrice “Medinova” con la sola differenza che il diritto di muoversi è ivi indicato come “mobilità”. L’assessore Liotta ha affermato a chiare lettere che la situazione dei migranti ci riguarda tutti in modo diretto ed indiretto, non dobbiamo, non possiamo rimanere indifferenti, dobbiamo fondare una “cittadinanza terrestre”
E’ intervenuto Don Aldo Sciabarrasi , responsabile dell’ufficio migranti dell’arcidiocesi di Agrigento il quale ha sottolineato che quello che vivono i migranti prima di salire sul barcone è disumanizzante proprio dal punto di vista umano, non solo da quello religioso., senza cibo, senz’acqua, ammassati in gran numero su piccoli camion per attraversare il deserto. Rivolgendosi ai ragazzi li ha incitati a studiare cioè a ragionare con la propria testa senza condizionamenti imposti.
Il prof. Angelo Vita ha dato lettura di una toccante poesia dello scrittore Erri De Luca pubblicata su alcune testate giornalistiche in occasione della tragedia di Cutro “Prendete e mangiatene tutti” , in fondo a questo articolo. A metà strada tra la liturgia del rito dell’Eucarestia e I morti di Eugenio Montale, si tratta di un atto d’accusa nei confronti di chi dovrebbe prendersi cura di vite umane e, invece le lascia morire.
Il grande scrittore russo Checov scriveva “l’indifferenza è la paralisi dell’anima, è una morte prematura”, questo documentario-denuncia ha tutte le carte in regola per essere una scossa elettrica atta a risvegliare le coscienze.
La prof.ssa in pensione Lilla Airò ha fatto da interprete per la regista che ha presenziato alla proiezione, la prof.ssa Giada Attanasio ha moderato l’incontro.