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Il contrario di “responsabilità” è “irresponsabilità”.
Ma la nostra ridente cittadina ha una storia politica ben più complessa di un semplice “contrario”.
La modernità ha portato con sé tanto progresso, sia in senso culturale che tecnologico: internet, i social network, le auto elettriche, i diritti LGBTQ+, e chi più ne ha più ne metta. C’è però un concetto che tira le fila della contemporaneità in cui viviamo: la “deresponsabilizzazione”. È un diretto discendente dell’individualismo, ma permea tutti gli aspetti della società e non solo quello economico.
“Comportamento diffuso nella società contemporanea che porta a evitare l’assunzione di responsabilità e a tutelare solo la propria convenienza e il proprio interesse come se fossero un diritto, senza tener conto di un bene collettivo.”[1]
Favara vive di deresponsabilizzazione.
Nonostante sia una caratteristica e una tendenza della contemporaneità storica, Favara pare portare il vessillo. Possono nominarci “Cavalieri della Deresponsabilità”, “Evangelisti Deresponsabili”, “Ambasciatori della Deresponsabilizzazione”.
Lasciando da parte i vezzi satirici, la situazione è tutt’altro che rosea. A Favara si respira un’aria di guerra perenne tra le azioni e le dirette conseguenze. Succedono cose, ma nessuno sa niente se non si è diretti interessati. Si fanno dichiarazioni di un certo peso, ma l’indomani torniamo a cenare insieme. Si rischia di perdere finanziamenti milionari per ricostruire luoghi focali di Favara, ma i Consigli preposti a votarli cadono.
L’interesse individuale si è totalmente sovrapposto a quello collettivo. Quel che sembra avere importanza è la tutela di sé e dei privilegi raggiunti, non importa con quali mezzi, né se a scapito della comunità, della crescita sociale e di un bene condiviso.
Ma perché? Qual è il motivo di questo continuo opportunismo politico che va avanti da anni nella città dell’agnello pasquale? Perché non si riesce a superare un’impasse tra politica e realtà?
Sono domande per cui non abbiamo una risposta certa. Quel che è certo è che se si mettessero da parte interessi personali, ambizioni di potere, giochetti politici da quattro soldi e scuse da adolescenti carichi di ormoni, l’interesse collettivo prevaricherebbe su quello individuale, la “deresponsabilità” diventerebbe responsabilità e si riuscirebbe a votare per il bene del paese in Consiglio Comunale.
Piuttosto che pretendere posti in giunta millantando democrazia (spoiler: contrariamente a quanto si crede, date le recenti dichiarazioni di esponenti politici di Favara, la giunta comunale è composta da membri di maggioranza. Sarebbe assurdo avere componenti politici di opposizione in un istituto di maggioranza, un controsenso cacopediano, come direbbe Eco), sarebbe opportuno che si cominciasse ad essere responsabili politicamente e smettere di fare pressioni politiche sulle spalle dei cittadini, creando un circolo politico virtuoso, senza prezzi e favori.
La soluzione è unica e anche semplice, nonché sicuramente condivisa da tutti i cittadini di Favara: cominciare a fare politica con responsabilità, non confondendo interessi personali e collettivi.
[1] Treccani: https://www.treccani.it/enciclopedia/deresponsabilizzazione_%28Lessico-del-XXI-Secolo%29/