E’ uno spettacolo che è teatro e che è concerto. Ed è anche qualcos’altro: una storia cantata e ”cuntata”, una sorta di cabaret con fondamenta siciliane novecentesche.
Il titolo è “Io siciliano sono, anzi di Naro” ed il sottotitolo “Piccola storia di Salvatore Camperi, detto Totuccio”.
Una storia scritta otto anni fa da Salvatore Nocera Bracco, Medicartista. Una storia che è andata in giro per l’Italia -e soprattutto per la Sicilia- con la regia, realizzazione ed interpretazione dello stesso autore. Il quale esegue musica e canzoni dal vivo: sempre e solamente dal vivo; e, stavolta, anche con l’accompagnamento del percussionista Salvo Caruso.Lo spettacolo è stato proposto per la prima volta, nel giugno 2015, al pubblico dell’Expò di Milano, nel padiglione Sicilia del Cluster Bio –Mediterraneo, da un palco lindamente coreografato, con una copiosa affluenza di pubblico (in gran parte incuriosito e tutto il tempo interessato) che non ha lesinato applausi e consensi.
Oggi questo spettacolo (leggermente riadattato) va in scena al Teatro della Posta Vecchia di Agrigento, nella salita Giambertoni della Via Atenea. Le date sono due: sabato 29 aprile, alle ore 21,00, e domenica 30 aprile, alle ore 18,30.
Gli spettatori potranno così conoscere il percorso di Totuccio, nato in Lombardia da genitori siciliani emigrati per ragioni di lavoro, i quali decidono di tornare in Sicilia, a Naro, facendo precipitare il figliolo (che nel frattempo ha compiuto sei anni) in una vita nuova, in una realtà totalmente diversa, in una scuola dove tutti si meravigliano del suo parlare in lingua italiana con accento nordico e quasi lo sfottono. Ma lui siciliano è, sebbene nato al Nord; lui è di Naro, dove è andato ad abitare e dove gli sembra essere da sempre stato.
Uno spettacolo da gustare. Un Salvatore Nocera Bracco da scoprire nuovamente, continuamente, ogni giorno in modo diverso.