L’aumento della tassa sui rifiuti suona come un insulto nelle orecchie dei favaresi, virtuosi e non virtuosi.
Non se ne fa una ragione il 40 per cento circa della platea dei contribuenti che paga regolarmente e lo stesso accade, per altri versi, per chi in considerazione dell’elevato costo del servizio e direttamente della Tari non può pagare perché davanti alla scelta sul comprare un bene essenziale per la sua famiglia e pagare la già esosa tassa, sceglie la prima opzione. Il probabile risultato è che crescerà la percentuale dei non paganti, mettendo ancora di più a rischio il destino del servizio ecologico, dei pagamenti alle ditte e degli stipendi ai loro dipendenti.
Il 15 aprile scorso i consiglieri della sinistra hanno dichiarato: “l’anno scorso ci siamo dati, tutti insieme, uno strumento, ovvero il PEF, che prevedeva l’adeguamento di circa 140 mila euro le cui tariffe sono la logica conseguenza”. Quello che dicono è vero. Si è trattato di una proiezione dei costi elaborata dai tecnici l’anno scorso. A questo punto Amministrazione comunale e Consiglio avrebbero dovuto allarmarsi e mettere in atto azioni di economia per contenere in tutto o in parte l’aumento.
Ad essere precisi, alcuni consiglieri del centrodestra, ripetute volte, hanno chiesto al sindaco azioni concrete per diminuire il volume di indifferenziata conferito. E sull’argomento non è mancata una martellante campagna stampa.
Non si è fatto nulla di nulla, lo dicono i report delle quantità conferite nelle discariche, ed oggi dovrà essere approvato l’aumento pari pari alle previsioni.
Il buon padre di famiglia non può far nulla sull’aumento delle bombole del gas, può fare e deve fare buon uso del gas, cercando di risparmiare il più possibile per assorbire l’aumento. Poteva il Palazzo del potere di Favara, rivedere, la legge lo consente, i costi delle diverse voci del contratto dell’appalto del servizio ecologico. Poteva imporre alle ditte di controllare la qualità del rifiuto conferito dall’utenza e non ritirare i conferimenti non conformi per non aumentare la quantità di indifferenziato in favore delle tasche dei contribuenti e dell’ambiente. Poteva installare la videosorveglianza per colpire gli incivili.
Ad ogni modo, il nodo è arrivato al pettine e stasera i titolari dell’Aula Falcone Borsellino si troveranno davanti, così come lo definiscono i consiglieri della sinistra, ad “un atto dovuto”.
Sarà anche un atto dovuto, ma rappresenta anche il fallimento della politica, come lo è qualsiasi aumento delle tasse seppure di un centesimo di euro.
E poi, concludo, l’appartenenza alla destra o alla sinistra politica non si concretizza con i proclami, ma con le azioni. Dai fatti la gente, evito la parola popolo, deve leggere si tratti di una scelta di sinistra o di destra. Al momento, sul discernere le azioni della sinistra rispetto a quelle della destra c’è un pò di confusione non solo a Favara.