“Un piano di rientro delle passività della KPMG, ingaggiata dalla Provincia (L’incarico ci costò circa 100mila euro, fu l’unica spesa affrontata) disse che il passivo sarebbe stato per i soli primi due anni. Dal terzo anno ci sarebbe stato un attivo di un milione di euro”.
Recentemente è ritornato l’argomento aeroporto ad Agrigento, specie dopo le dichiarazioni del Governatore della Sicilia che ha definito l’opera finanziariamente non sostenibile.
Gli agrigentini, dal canto loro, sanno benissimo quali benefici economici trarrebbe in territorio e la sua economia con la presenza di un aeroporto in provincia.
Di questo e di altro riguardante lo scalo aereo ne abbiamo parlato con Eugenio D’Orsi che da Presidente della provincia regionale lavoro tantissimo sulla problematica.
“Quando sono stato scelto come candidato alla Presidenza regionale della Provincia di Agrigento – ci dice D’Orsi – ero molto lusingato e, nel contempo preoccupato. Conoscendo lo stato di salute della Provincia e i molti problemi del Territorio”.
“Eletto con una marea di voti, non era affatto scontato, considerato che l’anno precedente, ad Agrigento si svolgevano le elezioni amministrative e il Centro-Destra fu sconfitto al ballottaggio”.
“Nella mia agenda avevo in mente pochi obiettivi che avrebbero consentito di avvicinare Agrigento al mondo che circonda: risanare il bilancio dell’Ente; incidere sulla viabilità”.
“Da Presidente della Provincia mi sono battuto per la realizzazione dell’Aeroporto. Mi impossesso di tutti i documenti e di tutte le notizie circa le difficoltà per realizzarlo”.
Eugenio D’Orsi ci fa entrare nella parte più interessante.
“Scopriamo – continua- che esisteva un’apposita commissione, con un Presidente che percepiva una somma straordinaria e componenti (amici o congiunti dei vari Deputati) si riunivano 4 volte al mese e le sedute venivano pagate a 500 euro ogni volta che si adunavano.
“Poi, un anticipo di 850mila euro versati sul conto di un Ingegnere per il relativo progetto, un modellino plastico dell’aeroporto! Aggiungiamo che il territorio dove sarebbe dovuto sorgere l’impianto prevedeva l’abbattimento di ben 105 abitazioni rurali, tra le quali, si diceva, una casa di Leonardo Sciascia. Vi è più, mancavano le autorizzazioni ENAC, ENAV, Ambientali e di sostenibilità”.
“Alla Regione l’allora Presidente Cuffaro inserì 35milioni di euro nel bilancio. Rimarranno indisturbati nelle casse Regionali. Nel frattempo organizziamo una squadra che doveva occuparsi esclusivamente del grande progetto sull’aeroporto: prendemmo appuntamento con Matteoli e Vito Riggio. Incontrammo Matteoli, Ministro delle Funzioni Pubbliche a Torino, riferì che non era possibile costruire altri aeroporti nel Territorio Italiano, ma che non ci sarebbero stati problemi per la costruzione di un impianto aeroportuale privato. Necessitavano i soldi dei privati e gli aerei. A Palermo, fissiamo un appuntamento con Riggio dice le stesse cose che riferì il Ministro”.
“Ci mettemmo d’accordo per una sua proficua collaborazione. Mise a disposizione un tecnico dell’ENAC. Con l’incaricato ingegnere sorvolammo il territorio della Provincia con un elicottero messo a disposizione della forestale. Fu individuata la Piana di Licata in contrada Oliva. Ottenemmo tutte le autorizzazioni Vas-via impatto ambientale. Mancava all’appello la politica e le associazioni”.
“In una bella giornata di novembre la rappresentanza sindacale, le scuole, le associazioni, i partiti tutti i rappresentati dai rispettivi deputati, il potente Ministro Alfano che credette a quel progetto si dissero pienamente convinti dell’utilità di quella struttura. Il corteo secondo le stime della Questura fu accompagnato da circa seimila persone. Inneggiava in Città un manifesto con i volti dei Deputati che ufficialmente prendevano impegno per un concreto personale contributo. Tramite Mifsud, presidente della Università Agrigentina, concludemmo con AIRMALTA per una flotta aerea e con l’azionista di maggioranza incontrammo ad Agrigento industriali Israeliani che avrebbero sponsorizzato il grande progetto. Il Presidente Lombardo confermò i 35milioni in bilancio alla Regione. 150milioni mettevano gli Israeliani, 35 la Regione e gli aerei di Malta davano certezza della realizzazione dell’aeroporto”.
“Incaricammo l’UTP per la realizzazione del relativo progetto. A capo di tutto L’Ingegnere Hamel”.
“Non costò un solo centesimo alle casse della Provincia, nel frattempo incominciavo con tagli e restrizioni a risanare un debito di milioni che creavano un tasso di interessi pari a tre/quattro milioni di passivo ogni anno”.
“Li incominciavano i guai!!! Il mio deputato di riferimento mi definiva “un incidente di percorso”. Bisognava aspettare che trascorressero i cinque anni per liberarsi di un pazzo senza freni. La politica rallentò ed io mi ritrovai solo ad affrontare una battaglia vitale per la vita degli Agrigentini, incominciavano le lettere anonime e le minacce, in un sopralluogo dei tecnici, in contrada Oliva, scoprirono capannoni dove si coltivava marijuanas e mi misero contro gli agricoltori di Licata. Ricordo che, alla presentazione del progetto al Municipio una calca di uomini e numerosi facinorosi minacciavano sulla Piazza antistante la casa Municipale di farmela pagare: uscimmo con l’aiuto della polizia a quel punto decidemmo di plateizzare la nostra azione. Facemmo istallare una tenda sotto il palazzo della Provincia e trasferimmo la Presidenza per un mese in quella struttura”.
“Intervennero gli Onorevoli Sgarbi e tanti altri, vennero a trovarci centinaia di giornalisti tra i quali Porro, LA7, Mediaset e tutte le testate locali. La realizzazione dell’aeroporto era diventato un fatto Nazionale. Dopo un mese di permanenza avevano riempito litri di pipì dentro le bottiglie di plastica, il Presidente Lombardo organizzò un incontro al teatro Pirandello con tutti gli esponenti politici Siciliani e ufficialmente mi chiese di rientrare a casa perché l’aeroporto sarebbe nato, pur avendo rivali Comiso, Catania e Palermo a un miglio dell’arrivo scoppia il terremoto”.
“Lombardo si dimette da Presidente, al suo posto arriva Crocetta. Ci chiedono un piano di rientro delle passività gli mostrammo con la KPMG, ingaggiata dalla Provincia (L’incarico ci costò circa 100mila euro, fu l’unica spesa affrontata) che il passivo sarebbe stato per i soli due anni. Dal terzo anno ci sarebbe stato un attivo di un milione di euro”.
“Tra indotti diretti e indiretti sarebbero stati assunti circa 2000 persone. D’Orsi poteva diventare un Politico scomodo. Quando tutto si doveva concludere, il Consiglio Comunale di Licata, la cui campagna elettorale aveva l’obiettivo di eliminare il progetto dell’aeroporto, con il suo Presidente del consiglio, un tale di nome Platamone, dell’MPA vicinissimo all’Onorevole Di Mauro non modifico la variante urbanistica da terreni agricoli a struttura portuale e mise una pietra tombale alla fine di un sogno, tutto Agrigentino”.
“Aggiungiamo che Crocetta poteva intervenire e modificare la destinazione urbanistica, ma la sua Gela era molto vicina a Comiso”.
“Ricordiamo che il business Plan, redatto dalla KPMG aveva stimato con i documenti alla mano che i passeggeri Agrigentini che partivano ogni anno da Palermo e Catania erano circa 1.300.000, il 13%”.