I componenti del comitato civico pro ospedale “Barone Lombardo” hanno depositato un lungo e minuzioso documento sulle carenze e criticità del presidio ospedaliero di Canicattì nel corso del consiglio comunale in seduta straordinaria ed aperta.
Il documento ha come oggetto le “carenti condizioni dell’Ospedale Barone Lombardo e dei Presidi Sanitari di Base dei Comuni del Distretto D3” e riporta un dettagliatissimo e sostanzioso elenco di disfunzioni e lati negativi.
Riportiamo qui, testualmente, le criticità rilevate dal Comitato per quanto riguarda i reparti ospedalieri:
-il Reparto Chirurgia è ormai ridotto ai minimi termini come Medici; il Dott. Zanchi è stato costretto a dimettersi, poiché dopo reiterate sollecitazioni affinché si integrasse l’organico dei Medici, non ha ricevuto alcuna risposta esauriente dalla Direzione strategica aziendale dell’Asp; ciò ha comportato il blocco dei ricoveri ed interventi e la conseguente disposizione di trasferire i pazienti da sottoporre ad interventi urgenti all’Ospedale di Agrigento; le dimissioni del Dott. Zanchi hanno comportato il blocco anche di semplici, in termine di tenore chirurgico, esami endoscopici – gastroscopia, colonscopia – che sono importanti poiché fanno parte del programma di prevenzione dei tumori; peraltro per far fronte alle dimissioni del Dott. Zanchi, risulta almeno che l’Asp abbia stipulato un contratto oneroso a tempo determinato con un chirurgo in pensione, che nei fatti assicurerà gli interventi ordinari, mentre sottolineiamo la gravità che le urgenze, a qualsiasi ora, saranno svolte dall’Ospedale di Agrigento, con i rischi derivanti dal tempo del viaggio per raggiungere tale Ospedale; pertanto è assolutamente necessario che il reparto venga riclassificato come Unità Complessa invece di Unità Semplice con la dotazione organica del relativo Personale e correlato blocco operatorio;
– il servizio di Anestesia, in atto è privo di stabili Anestesisti, viene svolto da Anestesisti dell’Ospedale di Agrigento che svolgono a turno con la seguente successione: n.2 la mattina di cui n.1 per la chirurgia ordinaria e n.1 per le altre necessità dell’ospedale (se di mattina esclusivamente si innesca un intervento di urgenza, gli interventi di elezione vengono bloccati del tutto); il turno pomeridiano e notturno se si innesca un’urgenza viene assicurato da un solo anestesista reperibile, che parte da Agrigento e per arrivare impiega nella migliore delle ipotesi 45 minuti;
-il Centro Trasfusionale, era uno dei migliori nell’ambito dell’ASP provinciale, quindi per una continua azione di smobilitazione che sta investendo il nostro Ospedale, è stato letteralmente svuotato di personale e di apparecchiature, tale Centro svolge servizio sino alle ore 14,00, e al verificarsi nel pomeriggio o di notte delle urgenze che necessitano di trasfusione, parte un’autoambulanza per andare a prendere ad Agrigento le sacche di sangue necessarie (da considerare i tempi ed i rischi per il paziente, per i ritardi che incombono);
-per i reparti di Ostetricia e Ginecologia, vi sono attualmente n.6 Dirigenti Medici a fronte di una pianta organica che prevede n.9 Dirigenti Medici oltre ad un Direttore dell’unità operativa, le Ostetriche in servizio sono n.8 di cui n.2 con limitazione funzionale, che non possono assicurare i normali turni poiché dovrebbero essere in regolarità almeno n.14; si ritiene che la Direzione Strategica dell’ASP con le scelte operate nel tempo abbia danneggiato il Punto Nascite di Canicattì poiché non attivato il servizio di “parto analgesia” che permette di contenere il dolore da parto, che costituisce un Livello Essenziale di Assistenza, tutto ciò ha comportato e potrebbe comportare una migrazione di massa delle gravide ad Agrigento o in altri Ospedali con conseguente calo delle nascite a Canicattì e con il correlato effetto del rischio di chiusura del nostro punto nascite;
-il reparto di Pediatria con l’annesso servizio di Neonatologia, va giustamente incrementato nel personale e nelle apparecchiature;
-l’ambulatorio di Neurologia è stato improvvisamente soppresso, questo rappresentava un punto di riferimento di assoluta eccellenza che riusciva a soddisfare le esigenze di un’utenza fragile quale è il paziente neurologico – anziani con patologie tipo ictus, emorragie cerebrali, degenerative – è stato diretto dalla Dott.ssa Guicciardino (alla quale va ancora oggi il ns. plauso per come ha operato nell’ambulatorio); comprendete la gravità di pazienti fragili privati dell’ambulatorio;
-il Pronto Soccorso, a causa di carenze del personale e di apparecchiature bio-medicali, non è nelle condizioni minime previste per norma ad espletare pienamente la propria funzione, con gravi rischi che il soccorso non venga tempestivamente assicurato; sono state diffuse notizie di adeguamento e miglioramento, ma nei fatti nulla si è prodotto, necessita di immediati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, non è adeguato al bacino di circa n.100.000 utenti;
-il Servizio di Psichiatria di diagnosi e cura, è chiuso da anni (…);
– inattivi seppur previsti per norma e visto l’essenziale fabbisogno, i reparti di Ortopedia e Traumatologia, Lungodegenza (aperto nel 1999 e successivamente chiuso);
– i Reparti di Cardiologia e di Unità Terapia Intensiva Coronarica, ad alta sensibilità emergenziale, in atto opera con n.5/6 Cardiologi costretti a turni massacranti, visto il numeroso accesso dei pazienti, quando i LEA, il Decreto ed il relativo fabbisogno espresso dall’utenza ne prevedono n.16 di cui n.11 in Cardiologia e n.5 in Utic; pertanto denunciamo il depotenziamento che a lungo andare potrebbe comportare la chiusura inaudita dei reparti; da tenere conto che in atto si assicurano servizi di eccellenza come impianti di pace-maker, quindi il reparto va rafforzato con la sostituzione del sistema di monitoraggio della terapia intensiva e post intensiva e la realizzazione necessaria di una sala operatoria di elettrofisiologia (impianti pace-maker) con dotazione di contro-pulsatore aortico e di poligrafo;
– il Reparto di Medicina, risulta che non abbia alcun medico in reparto la notte;
– Il Reparto Operatorio deve essere definito nel numero delle sale operatorie, ad oggi non lo è, in funzione della tipologia e complessità delle prestazioni per le specialità che debbono essere erogate e correlate al bacino di utenza e pazienti che assiste l’Ospedale;
-insufficiente e pertanto va rafforzato il reparto di Radiologia”
Il documento si sofferma inoltre su numerose altre insufficienze e misure depotenziative, pur non mancando il Comitato, quale portavoce delle richieste e dei bisogni dei cittadini (come si auto-definisce), di associarsi al ringraziamento dei cittadini stessi verso i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari tutti, “che in atto e da tempo si prodigano con sacrificio, a causa dell’enorme carenza di organico, svolgendo in modo indefesso la delicata ed importante missione a tutela della salute”.
Il documento è firmato dai seguenti rappresentanti del Comitato: Castellano Salvatore, Licari Salvatore, Di Stefano Leonardo, Rampello Salvatore Mario, Cilia Luigi, Avanzato Gioachino, Lombardo Agostino, Guarneri Gioachino, Narbone Pietro, Castellana Gioacchino, Treppiedi Salvatore,