Le stime sulle nuove assunzioni riguardano il trimestre maggio-luglio 2023 e sono state elaborate da Asso-esercenti Sicilia in un report basato sul bollettino excelsior di Union-Camere e ANPAL.
Il report censisce 25mila assunzioni dalle imprese siciliane a maggio e poco più di 87mila assunzioni stimate entro luglio 2023, a fronte delle quasi 130mila del precedente trimestre.
Il calo di nuove assunzioni è riscontrabile anche con riferimento ai dati dello stesso trimestre dell’anno scorso.
In parte, la motivazione della frenata è rappresentata dalla difficoltà delle aziende a reperire le figure professionali richieste, fra cui i docenti della formazione professionale (che servono proprio per formare nuovi lavoratori) e i medici. Ma la difficoltà di reperimento riguarda anche gli operai specializzati come i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica.
Salvo Politino, presidente di Asso-esercenti Sicilia, in una dichiarazione rilasciata a Repubblica, afferma: “Emerge con chiarezza un trend negativo del mercato del lavoro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, fatta eccezione per il commercio e il turismo”.
Poi spiega che il dato sulla difficoltà di reperimento è “pari al 46 per cento del personale che le imprese cercano”.
Ma non è solo questo il problema. Aggiunge Politino: “C’è una cronica discrepanza fra domanda e offerta che anche la politica deve affrontare”.
E’ divenuta davvero preoccupante, in effetti, la diminuzione delle offerte di lavoro, rilevata a maggio, e in controtendenza rispetto alla graduale crescita osservata da gennaio ad aprile.
La flessione delle assunzioni riguarda tutte le province siciliane ad eccezione di Agrigento (che cresce del 9,1 per cento), Trapani (+7,3) e Caltanissetta (+1,6).
Come si vede, Agrigento è quella che cresce di più fra le tre province in crescita.
Al contrario, la provincia di Palermo registra una diminuzione nella programmazione di nuovi contratti di lavoro pari al 24,3 per cento, seguita da Enna (-18,8) e Siracusa (-14,5).
A proposito della prosecuzione del trend in crescita delle nuove assunzioni nell’agrigentino, un ruolo potrebbe essere stato giocato dall’annunzio del 12 aprile scorso, secondo cui “la più bella tra le città dei mortali” (così è stata definita l’antica Agrigento da Pindaro) è capitale della cultura 2025.
Questa evenienza è sicuramente importante anche nel campo occupazionale.
Il neo prefetto Filippo Romano, nell’aula consiliare del Comune di Agrigento, ha addirittura pronunciato queste stimolanti parole: “Potere significa poter realizzare un 2025 degno di nota”, riferendosi chiaramente all’anno della città quale capitale della cultura.
Ecco; è proprio così: la Città di Agrigento ha un’opportunità unica di crescita. Bisogna esserne consapevoli e lavorare tutti insieme per rendere concreta e fruttuosa l’opportunità offerta. Bisogna programmare bene e intervenire meglio. Con in testa l’amministrazione comunale e il sindaco Franco Miccichè. Ma con l’aiuto e l’impegno di tutte le pubbliche amministrazioni che hanno voce in capitolo. E soprattutto con l’aiuto e l’impegno delle piccole e medie imprese locali (che vanno pure aiutate ed impegnate) e di tutti cittadini di buona volontà di Agrigento e provincia.
Agrigento-Capitale della Cultura 2025 può significare tante cose. Ma significa, prioritariamente, poter elevare quantitativamente e qualitativamente i livelli occupazionali di questa terra.