L’arcivescovo di Agrigento Alessandro Damiano è preoccupato perché “il demone dell’egoismo personale e collettivo oggi sta molto bene in salute”, ma spiega che “la fraternità umana non è legata solo alla visione e alla consapevolezza cristiana, la fraternità umana si deve al fatto che io e te e tutti abbiamo lo stesso sangue”.
Queste parole fanno parte della riflessione consegnata dall’arcivescovo agrigentino a “Repubblica”, durante un’intervista concessa sulla nave “Mare Ionio”, prima che iniziasse il primo Meeting Mondiale sulla Fraternità umana “Not Alone”.
La nave Mare Ionio (ormeggiata a Trapani e appartenente all’associazione di promozione sociale Mediterranea Saving Humans) è stata una delle otto piazze del mondo collegata a Piazza San Pietro, in Roma, per il meeting mondiale che si è tenuto sabato 10 giugno per volontà di papa Francesco che ha così rilanciato il suo sogno di fraternità.
In verità, papa Francesco non ha potuto partecipare di persona al meeting, ma ha affidato al cardinale Mauro Gambetti, presidente della Fondazione “Fratelli tutti”, il suo messaggio, riecheggiato da piazza san Pietro in tutto il mondo, soprattutto in quella parte su cui il cardinale Gambetti si è soffermato ad alta voce: “Non stanchiamoci di gridare “no alla guerra”, in nome di Dio o nel nome di ogni uomo e di ogni donna che aspira alla pace”.
E, da Trapani, riferendosi anche alle note tragedie degli immigrati, gli ha fatto eco l’arcivescovo Alessandro Damiano: “L’enciclica “Fratelli tutti” può e deve essere una road map per una fraternità che si manifesta in progettualità, in azioni, in salvare vite».