Si voterà il 29 o il 30 dicembre. Il Partito Democratico torna alle urne. Ma questa volta le Primarie serviranno per la scelta dei parlamentari in vista delle Politiche 2013. Date e regole sono state varate dalla direzione nazionale. Anche ad Agrigento, considerata la ristrettezza dei tempi, il partito è al lavoro per attivare la macchina organizzativa, già comunque collaudata.
Chi si potrà candidare alle Primarie? I parlamentari uscenti, quindi Angelo Capodicasa, inquilino di Montecitorio, e Benedetto Adragna, inquilino di Palazzo Madama, per loro la presenza nella lista scatta automaticamente, mentre tutti gli altri sono costretti a raccogliere firme pari 5% degli iscritti Pd alle federazioni provinciali di appartenenza. In corsa anche eventuali esponenti di spicco della società civile con il lascia passare della direzione provinciale. Sono ore allora di frenetica attività in casa Pd: quella delle Primarie, scoglio da superare per potere sedere alla Camera e al Senato, è una significativa novità: non consentirà infatti ai veterani di avere, grazie all’attuale legge elettorale assurda e antidemocratica, la poltrona assicurata.
Attenzione, però. Perché una delle regole varate dalla direzione prevede una porzione di scranni blindata. Cioè una quota di garantiti che finiranno nelle teste di lista, assicurandosi dunque un posto in Parlamento. Ma non solo: elezione in cassaforte anche per un gruppo di protetti del segretario nazionale. Si stima un numero di privilegiati che si aggira sui centoventi. E tra questi non è escluso che ci possa essere l’agrigentino Angelo Capodicasa, per il suo lungo corso nel partito, per il suo rapporto diretto con Pier Luigi Bersani. Vedremo. Ricordiamo che per la Camera la Sicilia è suddivisa in Occidentale e Orientale, per il Senato il collegio è unico.
Chi potrà votare alle Primarie di fine mese? Tutti gli iscritti al partito nel 2011, che hanno già in tasca la tessera per il 2012 o la rinnoveranno prima del voto, e gli elettori che hanno partecipato alla consultazione del 25 novembre sul candidato premier di centrosinistra. Ogni elettore potrà esprimere due preferenze, un uomo e una donna. Però questo non garantirà poi una parità di presenze femminili e maschili tra i candidati: in ogni Regione verrà assicurato al gentil sesso soltanto il 33% dei posti.