La Prefettura di Agrigento ha disposto l’iscrizione di un’impresa di costruzioni di Naro nell’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa (c.d. white list). L’iscrizione è avvenuta dopo che il TAR di Palermo in sede cautelare ha accolto la domanda dell’impresa stessa che, assistita e difesa dagli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, aveva chiesto la sospensione del provvedimento prefettizio di diniego iscrizione nella white list.
Adesso, la ditta narese potrà riottenere anche l’affidamento di un importante appalto (di cui era aggiudicataria, ma che, per la mancata iscrizione nella white list, era stato revocato) e continuare i relativi lavori in provincia di Catania, con salvezza dei tanti posti di lavoro necessari per l’esecuzione degli stessi.
I fatti relativi alla vicenda risalgono ad alcuni mesi fa, quando la ditta di costruzioni di Naro ha fatto istanza per la conferma del suo inserimento nella white list, tenuta presso la Prefettura di Agrigento.
Com’è noto, la white list è l’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa; l’iscrizione in essa è requisito necessario per l’assunzione di lavori in concessione o in appalto per conto della pubblica amministrazione.
Ebbene, la Prefettura non aveva accolto la richiesta della ditta narese, non iscrivendola nella white list e quindi emanando un provvedimento d’interdizione nei confronti della stessa.
Sin dall’inizio dell’anno in corso, la ditta è stata anche aggiudicataria di un appalto di rilevante importanza in provincia di Catania, ma l’interdizione prefettizia (annotata nell’apposita banca-dati in piattaforma telematica) ha sortito la revoca dell’aggiudicazione da parte della stazione appaltante, con un evidente ingente danno per la ditta.
Così, l’amministratore della società narese, ritenendo il provvedimento prefettizio d’interdizione gravemente lesivo degli interessi della società stessa, si è rivolto agli avvocati Girolamo Rubino, notissimo amministrativista dell’isola, e Massimiliano Valenza per impugnare il provvedimento della Prefettura di Agrigento.
In particolare, gli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza hanno dedotto, con ricorso depositato presso il TAR Sicilia sede di Palermo, l’insussistenza dei presupposti per l’emanazione del provvedimento prefettizio di diniego, dimostrando da un lato la piena regolarità dei lavori eseguiti nel porto di Riposto, dall’altro la assoluta estraneità della ditta rispetto ad ambienti controindicati.
In pratica, gli avvocati hanno dimostrato come il diniego prefettizio fosse basato su una misura coercitiva disposta dal Tribunale penale, nei confronti di alcuni precedenti titolari della ditta, ma successivamente revocata dallo stesso.
Non solo. Gli avvocati Rubino e Valenza hanno ben evidenziato come la vicenda giudiziaria, in ogni caso, nulla avesse a che fare con reati idonei ad evidenziare l’appartenenza o la contiguità ad ambienti mafiosi.
Così, Il TAR Sicilia – Palermo, condividendo già in sede cautelare le argomentazioni difensive formulate dagli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, ha accolto la domanda cautelare, ritenendola fondata sotto il duplice requisito del fumus boni iuris e del periculum in mora.
Pertanto, per l’effetto dell’ordinanza del TAR Palermo, la Prefettura di Agrigento ha dovuto riesaminare gli atti alla luce delle considerazioni dedotte dagli avvocati Rubino e Valenza e fatte proprie dal giudice amministrativo.
In sede di riesame, ne è conseguita l’iscrizione della ditta in white list presso la prefettura di Agrigento e anche la riassegnazione dell’appalto in provincia di Catania.