E’ un copione già visto quello che va in scena negli uffici giudiziari di Palermo. Il tentativo di scaricare sulla vittima tutte le responsabilità di una violenza bestiale, documentata peraltro anche da video e messaggi sui cellulari dal contenuto inequivocabile.
Le indagini ruotano attorno ai sette componenti del branco, di età compresa fra i 18 e i 22 anni, accusati di violenza sessuale di gruppo. Il tribunale dei Riesame, al quale tre di loro si sono rivolti attraverso i loro legali per chiedere la scarcerazione, ha confermato l’arresto per i primi due in attesa di pronunciarsi sugli altri. Solo per il minorenne, che nel frattempo ha compiuto 18 anni, il Gip ha disposto il trasferimento in una comunità. Un provvedimento contro il quale la procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna ha già annunciato ricorso, ritenendo che si tratti di fatti particolarmente gravi e dunque il giovane deve stare in carcere.
Il più piccolo ha confessato tutto pur cercando di sminuire il suo ruolo. Gli altri tentano invece di difendersi spalleggiandosi a vicenda e provando a cancellare l’orrore dello stupro di gruppo ai danni di una ragazza inerme di 19 anni con la solita giustificazione: «lei era d’accordo».
Domani sono previsti gli interrogatori per gli altri tre arrestati. I difensori per ora preferiscono non fare dichiarazioni.