Padre Alex Zanotelli è un religioso, presbitero e missionario comboniano. Oggi ha compiuto 85 anni, tutti spesi ad aiutare il prossimo, ad ispirare e fondare movimenti di pace, di solidarietà e di giustizia sociale.
Profondo conoscitore dell’Africa, è direttore (e lo è stato sin dalle origini) della rivista di non-violenza Mosaico di Pace, fondata da don Tonino Bello.
Ha scritto numerosi libri e in uno di essi, venti anni fa scrisse: La mia vita è stata un lungo ‘toccarsi’, abitarsi… Sembra tutto un caso! E poi scopri che… Ho sessantacinque anni e spesso mi domando chi sono io. L’unica risposta che mi do è: ‘Io sono le persone che ho incontrato’. Sembra tutto un caso, ma poi scopri che nulla è a caso.
Egli si è sempre battuto contro la privatizzazione dell’acqua e in proposito ha detto che è questione di vita o di morte a lungo andare se l’acqua è pubblica o privata. Queste le sue parole: Si tratta di vita o di morte per le classi deboli dei paesi ricchi, ma soprattutto per i poveri del Sud del mondo che la pagheranno con milioni di morti per sete.
In questo particolare momento, il missionario comboniano si batte soprattutto per fare conoscere la situazione dell’Africa, su cui è piombato un silenzio generalizzato soprattutto da parte dei giornalisti.
Secondo padre Alex, occorre aiutare l’opinione pubblica a capire i drammi che i popoli africani stanno vivendo.
Ecco alcuni brani del suo appello, rivolto soprattutto ai giornalisti italiani:
“È inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.
“È inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur.
“È inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni.
“È inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa.
“È inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.
“È inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera.
“È inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi.
“È inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa , soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.
“È inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia , Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.
“È inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile.
“È inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!).
“Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi.
“Questo crea la paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi.
“Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact , contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti.
“Ma i disperati della storia nessuno li fermerà”.
Sin qui, padre Alex Zanotelli, il cui appello cade proprio in un momento in cui il flusso dei migranti in Sicilia e soprattutto a Lampedusa si è intensificato significativamente. Gli sbarchi aumentano infatti ogni giorno e molti sindaci (soprattutto del nord) sono preoccupati che ci possa essere una redistribuzione capillare dei migranti nel territorio nazionali.
Talvolta la situazione viene rappresentata come esplosiva e da più parti e da più tempo si dice che Lampedusa non può farcela più; che la Sicilia non riesca a farcela più. E quindi molti cominciano a dire che i migranti non bisogna aiutarli qui, da noi, ma bisogna che siano aiutati esclusivamente a casa loro.
Come se fosse solo questione di povertà.
Ma la verità è che in tutto il continente africano divampano guerre civili e, dove non divampano, covano, pronte ad esplodere in qualsiasi momento. La verità è quella gridata da padre Alex.
Il problema non è di aiutarli a casa loro, ma quello di aiutarli dove necessita.
E a Lampedusa, dove molti migranti sbarcano, bisogna sostenere il lavoro della prefettura, della questura, della croce rossa e di tutte le associazioni di volontariato che gestiscono la prima accoglienza.
E’ questione di rimpinguare gli organici di polizia ad Agrigento e di inviare ulteriori uomini a Lampedusa e a Porto Empedocle. E’ questione di rimpolpare gli organici della prefettura di Agrigento per avere più unità di personale a disposizione per sovraintendere alle operazioni di sbarco, di prima accoglienza dal punto di vista logistico, di redistribuzione ed assegnazione.
Come dice padre Zanotelli: Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al sistema economico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa. Ed ora i nostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica.