Oggi si svolgono a Naro, nella chiesa di San Francesco che sorge nella piazza principale di Naro, i funerali di Fifo, commerciante in attività sin dal dopoguerra, operante non solo nella sua putia di Via Piave (a pochi passi dalla chiesa dove si svolgeranno oggi i suoi funerali) ma anche nella sala cinematografica (durante l’intervallo e prima del film), nei luoghi di festa e, nella stagione balneare, anche a Torre di Gaffe.
Lo conoscevano tutti perché era scherzoso, a volte ironico, sempre sorridente ed amichevole
Non vendeva solo frutta e verdura, ma -su ordinazione- nella sua putia imbottiva i panini, la mattina, per i ragazzi della scuola, ed inoltre li portava, già bell’e pronti e imbottiti, durante la ricreazione, alla scuola media Riolo-Specchi.
E poi vendeva soprattutto semi di girasole, semenza, noccioline americane, rigorosamente dentro coppi di carta di giornale, da lui e/o dalla moglie accuratamente confezionati. E sempre nei coppi vendeva pure le pastiglie, cioè le castagne sbucciate ed essiccate.
E a molti, con i quali era più in confidenza, soleva dire: “non fumare, pizzica!” e porgeva loro il coppo di semenza o girasole, specialmente nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo dei film proiettati al cine-teatro Tre Torri.
Ciò accadeva soprattutto negli anni sessanta, settanta, ottanta del secolo scorso. E Fifo lavorava incessantemente. Era anche decoratore di giare e soprattutto bummuli: li colorava, ci disegnava sopra e poi li metteva in vendita.
Al secolo Ferdinando Ferracane, nato a Naro il 19 novembre 1932, residente a Naro nella via Piave n.190 (sopra la sua putia) è stato personaggio noto di uno spaccato di vita narese che non esiste più e che le giovani generazioni non potranno mai immaginare nelle sue vere e concrete caratterizzazioni.
Con il suo protagonismo di venditore di coppi di semenza e girasole, di bummuli, di cartoline illustrate e souvenir, di frutta e di verdura; con quel sorriso amichevole sempre in volto, con la sua battuta scherzosa e gradevole, sempre pronta; Fifo era parte dell’ambiente e, quando non lo si scorgeva, nelle feste o nelle fiere, lo si cercava con lo sguardo. Perché lui forniva il passatempo: pizzicare semenza e girasole
Adesso non c’è più, ma il ricordo di lui resterà ancora nelle generazioni nate negli anni 40, 50 e 60 del novecento. E soprattutto, sarà ricordata quella sua frase rivolta ai fumatori (che a quei tempi erano quasi tutti): “non fumare, pizzica”, a cui accompagnava il gesto di porgere il coppo di semenza.
Buon viaggio, Fifo! Che la terra ti sia lieve!