Dott.ssa Liliana Militello, Responsabile del Centro Antiviolenza Gloria/Sportello LGBT, sito in Favara, iscritto al n° 4662 dell’Albo Regione Sicilia dei Centri Antiviolenza.
“Volevo segnalare che in data 07.09.2023 è stato pubblicato sul sito ufficiale del Comune di Favara l’Avviso Pubblico per la costituzione della Commissione Comunale per le Pari Opportunità, cui è stato allegato, il “Regolamento per il funzionamento della Commissione per le Pari Opportunità”. Il prefato regolamento all’art. 4, comma 2, è stato oggetto di modifica, approvata con delibera del Consiglio Comunale n. 34 del 09.05.2022, di cui non si rinviene traccia nel regolamento allegato all’avviso pubblico, diversamente da quanto previsto nel testo ante riforma, l’attuale commissione oltre ai cinque Consiglieri di diritto deve essere costituita da:
- 1 componente in rappresentanza delle giovani madri;
- 1 componente in rappresentanza delle madri caregiver;
- 1 componente in rappresentanza dei giovani padri;
- 1 componente femminile in rappresentanza della terza età;
- 1 componente maschile in rappresentanza della terza età:
- 2 componenti in rappresentanza della comunità LGBT;
- 1 componente in rappresentanza degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado o del mondo della rappresentanza universitaria;
Dalla lettura del citato elenco emerge che è stata esclusa la partecipazione dei rappresentanti dell’associazionismo, presente ed operante nel territorio, originariamente prevista dall’ Art. 4 punto 2. del Regolamento del Comune di Favara ( testualamnte . “ …N.1 componente in rappresentanza di Associazioni, Enti, Istituzioni e Movimenti con sede legale od operativa nel Comune, che operino in via continuativa sul territorio comunale, in merito alle tematiche di competenza della Commissione “Pari Opportunità” o sempre residente nel Comune impegnato/a nel mondo dell’associazionismo del territorio comunale”.
Il dato più scoraggiante è rappresentato dal fatto che in seno agli atti di natura amministrativa non vengono indicate le ragioni sottese alla proposta di modifica, ad eccezione di una vaga necessità di “massima apertura alle pari opportunità” ; in alcun modo vengono esplicitate le motivazioni che hanno portato l’Amministrazione ad estromettere dalla composizione della Commissione Pari Opportunità la rappresentanza delle Associazioni, senza tenere conto della lodevole attività svolta dalle stesse, spesso impegnate in eventi e manifestazioni condivise ( si ricorda “Giochi Senza Barriere” che ha visto la partecipazione di molteplici e variegate Associazioni, oltre che il coinvolgimento di commercianti, imprenditori, cittadini di ogni età e la stessa Amministrazione Comunale).
Peraltro, le modifiche apportate all’art. 33, comma 2, dello Statuto, nella loro formulazione letterale ( … dalle donne elette nel consiglio comunale”, sostituito con “dalle donne e dagli uomini eletti nel consiglio comunale”; da “… da esperte di accertata esperienza professionale” sostituito con “da esperti di accertata esperienza professionale”; “La commissione elegge nel suo seno, la Presidente” sostituito con “La commissione elegge nel suo seno, il Presidente”), eludono l’intento perseguito dall’Amministrazione di garantire le pari opportunità, laddove nel rispetto della parità di genere, sarebbe stato opportuno parlare di persone, quindi non di uomini o donne, ma persone e non usare nè il maschile né il femminile, ma un asterisco finale, quindi ad esempio espert* . E’ chiaro che l’uso del linguaggio riflette e influenza il nostro modo di pensare e di agire, ed è il principale mezzo di espressione di pregiudizi, di discriminazioni e di stereotipi. Bisogna, inoltre, sottolineare come i requisiti attualmente richiesti appaiano generici ed in alcun modo indicativi di una qualità o qualifica specifica, perché riferiti a concetti suscettibili di variegate interpretazioni ed elusivi dei principi di trasparenza, correttezza ed imparzialità e che la modifica di cui all’art. 4, comma 2, del Regolamento per il funzionamento della Commissione delle Pari Opportunità, contrasti con le diposizioni contenute nell’ art. 1, che definisce la Commissione “come un organismo consultivo di partecipazione femminile” .
Volevo segnare la circostanza per il grande rammarico che provo nel constatare come l’attuale assetto della Commissione, in un contesto socio- culturale particolarmente complesso come il nostro, oltre ad eludere l’apporto dell’Associazioni, da anni impegnate in prima linea sul territorio, si ponga in distonia con l’effettiva parità di genere, che tendono a garantire le Associazioni ed i Centri Antiviolenza quotidianamente impegnati nella lotta contro gli stereotipi.