Il documento che sta infiammando gli ambienti politici, sindacali e della sanità pubblica siciliana è il testo di un vero e proprio disegno di legge, composto di 7 articoli, recante disposizioni in materia di riorganizzazione delle aziende del servizio sanitario regionale: lo si può visionare o scaricare, cliccando sull’ apposito link di seguito creato: ddl_norme_riordino_servizio_sanitario_regionale.
Tecnicamente è il testo di un disegno di legge regionale che pare sia stato commissionato ad un tavolo tecnico dall’assessore regionale Giovanna Volo e/o dal dirigente generale del dipartimento della pianificazione strategica Salvatore Iacolino. Un testo che pare sia già approdato informalmente presso la sesta commissione legislativa all’ARS, presieduta da Giuseppe Laccoto, o comunque avrebbe dovuto approdarvi formalmente nei prossimi giorni.
Ma la notizia è venuta fuori improvvisamente e prima del dovuto ed è successo un putiferio.
DI COSA SI TRATTA CONCRETAMENTE?
Si tratta di sottrarre tutti i presidi ospedalieri alle ASP per creare 9 nuove aziende ospedaliere e di accorpare tre ospedali di periferia del catanese e tre ospedali del palermitano alle rispettive già esistenti AziendeOspedaliere di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione (ARNAS Garibaldi di Catania e ARNAS Civico di Palermo).
Così, nella nostra provincia, tutti e cinque gli ospedali non farebbero più parte dell’ASP, ma entrerebbero a far parte dell’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio di Agrigento, struttura capofila DEA di I livello, in cui transiterebbe la gestione diretta dei seguenti presidi ospedalieri: Giovanni Paolo II di Sciacca; Fratelli Parlapiano di Ribera; Barone Lombardo di Canicattì; San Giacomo d’Altopasso di Licata.
In ciascuna provincia comunque succederebbe la stessa cosa: l’ospedale che ha sede nel comune capoluogo diventa capofila della istituenda azienda ospedaliera che gestirà gli altri ospedali di provincia; mentre a Palermo e Catania, oltre al confluire di alcuni piccoli ospedali nelle rispettive ARNAS, nascerebbero altre due nuove aziende ospedaliere che farebbero capo rispettivamente alle aziende ospedaliere Villa Sofia di Palermo e Cannizzaro di Catania.
REAZIONI E CONSIDERAZIONI
La CISL Sicilia per bocca di Paolo Montera, segretario regionale CISL-FP, e di Marco Corrao, segretario regionale CISL-Sanità, si dicono possibilisti sulla riforma, con qualche aggiustamento. Totò Sampino, segretario regionale UIL-FPL, e Fortunato Parisi, UIL-Medici, chiedono il coinvolgimento attivo delle parti sociali. La stessa cosa auspica la CIMO col segretario regionale Giuseppe Bonsignore.
Toni più duri sono stati usati dall’edizione regionale di un quotidiano nazionale, dalla Spi-CGIL con Maria Concetta Balistreri e dai partiti d’opposizione con i rispettivi capigruppo all’ARS (Michele Catanzaro del PDe Nuccio Di Paola del M5S): tutti hanno gridato allo scandalo, perché il ddl in questione moltiplicherebbe le poltrone.
Non crediamo sia questo il cuore del problema. Ma siano le disomogeneità territoriali. Per esempio, l’ospedale Madonna dell’Alto di Petralia Sottana che attinenza può avere mai con l’ARNAS Civico DI Palermo? Sarebbe destinato a scomparire più celermente?
Crediamo debba essere fatta una riforma che salvaguardi gli ospedali di provincia, quelli di periferia, gli ospedali più vicini a quella parte di popolazione che è più anziana, priva di mezzi, povera e bisognosa.
Ad Agrigento, per fare un altro esempio: ha senso inglobare 5 ospedali in un’unica azienda ospedaliera?
Se questa deve essere la strada, sarebbe più opportuno mettere insieme gli ospedali di Sciacca e Ribera, da un lato, e quelli di Agrigento, Canicattì e Licata, dall’altro.
LA QUESTIONE CEFPAS
Ma il disegno di legge prevede altre novità di cui non si sono occupati i giornali, i sindacati, i partiti: il fatto cioè che il Centro di Formazione Permanente e Aggiornamento del personale del servizio Sanitario (Ce.F.P.A.S.) diventi ente strumentale del servizio sanitario generale e, in quanto tale, possa essere destinatario delle norme speciali in materia di reclutamento del personale.
Un modo per togliere legislativamente le castagne dal fuoco in tema di assunzioni e di stabilizzazioni presso il Ce.F.P.A.S., su cui erano intervenuti energicamente il segretario generale della CGIL FP di Caltanissetta, Angelo Polizzi, e la deputata ARS Valentina Chinnici e di cui ci eravamo occupati qui.