Ci sono ancora due settimane a disposizione (sino a giorno 26 prossimo venturo) per i medici che intendano partecipare al concorso a 31 posti di dirigente medico nei Pronto Soccorso dei 5 ospedali dell’ASP di Agrigento.
I requisiti specifici richiesti sono, oltre la laurea in medicina e all’iscrizione all’albo, anche la specializzazione nella disciplina dell’emergenza-urgenza oppure l’iscrizione al terzo anno nella scuola per la predetta specializzazione.
Il commissario straordinario, Mario Zappia, appare soddisfatto per il concorso de quo e giustamente afferma “la consistenza numerica dei posti messi a bando dimostra quanto sia centrale l’attenzione della direzione strategica nei confronti dell’accoglienza in area di emergenza ospedaliera, spesso il più importante front-line per i cittadini alle prese con il bisogno acuto di cure e assistenza“.
Ma il grande timore resta sempre lo stesso: che il concorso vada deserto o comunque riesca a coprire soltanto pochissimi dei 31 posti vacanti e disponibili.
Tale timore è innanzitutto giustificato dalla decisa insufficienza di specializzazioni mediche nella disciplina della medicina d’emergenza-urgenza.
Sono infatti pochi, forse pochissimi (o probabilmente non ce ne sono più) i medici disoccupati con la specializzazione nella disciplina de qua. Per converso, l’offerta di reclutamento da parte delle aziende e dei presidi ospedalieri siciliani è tanta. Si consideri per esempio che lunedì scorso, 9 ottobre, sono scaduti i termini per la presentazione delle domande ad analogo concorso a 16 posti di dirigente medico nei Pronto Soccorso ospedalieri dell’ASP di Siracusa, mentre sino al 28 ottobre si potranno presentare le domande per equivalente concorso presso l’azienda ospedaliera per l’emergenza Cannizzaro di Catania.
Ma la verità è pure che i medici specializzati in emergenza-urgenza scelgono di non essere dipendenti ospedalieri e preferiscono non lavorare a stipendio. Preferiscono infatti lavorare con contratto libero-professionale, a fattura, per guadagnare il triplo di quanto guadagnerebbero come dipendenti.
In altri termini, molti di questi medici lavorano nei Pronto Soccorso siciliani (ma anche in quelli del resto d’Italia) mediante contratto libero-professionale con compenso orario pari a 100 euro e per 38 ore settimanali.
Significa che le prestazioni libero-professionali assicurano loro un guadagno lordo settimanale -e senza stress da doppi turni o pronta disponibilità- di 3.800,00 euro. Un importo che è proprio il triplo (all’incirca) di quanto guadagnerebbero dopo aver vinto un concorso di dipendente pubblico con la qualifica di dirigente medico ospedaliero!
Ma odiernamente non si trovano più (per i Pronto Soccorso ospedalieri) neanche i medici a prestazione libero professionale.
Ne è prova quanto successo all’ASP di Messina, dove nel tempo – nonostante vari avvisi- non è stato possibile reclutare dirigenti medici con rapporto di lavoro a termine e soltanto uno con rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Si è così proceduto, con grande enfasi, a pubblicare un avviso per il reclutamento a sportello (cioè man mano che arrivino cronologicamente le domande) di medici specializzati in medicina d’emergenza-urgenza
Ma all’enfasi è seguito lo sconforto, perché non è sortito alcun reclutamento, dimostrando che (oltre alla carenza di specializzati in medicina d’emergenza-urgenza) gli è che non si trovano più neppure medici disposti a lavorare a fattura nei Pronto Soccorso.
Quali speranze dunque per questo bando di concorso a 31 posti dell’ASP di Agrigento?