Gli argomenti all’ordine del giorno nell’avviso di convocazione del consiglio comunale erano 15. Di essi, 9 sono stati esitati nella seduta del 6 novembre e gli altri 6 dovevano essere definiti lunedì sera, ma le seduta è decaduta -anzi non è mai utilmente iniziata- perché mancava il numero legale. Occorreva la presenza di almeno 9 consiglieri dei 24 componenti, trattandosi di seduta di prosecuzione, ma hanno risposto all’appello soltanto 7 consiglieri.
Infatti, il vicepresidente del consiglio comunale, Giuseppe Alaimo, in assenza del presidente Domenico Licata e con l’assistenza del segretario generale Cinzia Chirieleison, ha proceduto all’appello nominale, verificando la presenza in aula di appena 7 consiglieri: 3 di maggioranza (Calogero Restivo, Massimo Muratore e Dario Curto) e 4 di minoranza (Giuseppe Alaimo, Giangaspare Di Fazio, Carmelo Ferraro e Giuseppe Lo Giudice).
Eppure dovevano essere affrontati importantissimi argomenti, che vanno dallo stato di degrado di alcune strade provinciali e consortili al programma triennale delle opere pubbliche e al programma biennale degli acquisti di beni e servizi; dalle variazioni di bilancio concernenti il riparto della quota relativa al “fondo povertà”, il fondo di solidarietà comunale per il potenziamento dei servizi sociali e l’ adeguamento del piano finanziario dei conti allo schema di convenzione per il servizio di tesoreria.
Ma che succede?
Vacilla la maggioranza a sostegno del sindaco Vincenzo Corbo?
Forse è troppo presto per dirlo, visto che ci sono in ballo nuovi posti in giunta (uno già vacante a seguito della revoca sindacale dell’assessore DC Gioachino Asti e un altro paio che potrebbero rendersi disponibili in occasione dell’imminente rimpasto). Ma i segnali in atto non sono buoni.
D’altronde, su 24 consiglieri componenti il consesso, soltanto 3 erano presenti nell’ultima seduta consiliare, mentre si sono raccolti in 10 per firmare una sorta di censura al comportamento del presidente del consiglio comunale Domenico Licata, al quale si impiuta “un clima pesante con accesi scontri che non giovano alla città”.
I consiglieri comunali firmatari della censura sono: Diego Ficarra, Carmelo Onolfo, Federica Manna, Dario Curto, Calogero Restivo, Massimo Muratore, Anna Muratore, Marcello Cipollina, Rossella Ferraro, Luigi Salvaggio.
In realtà, questi consiglieri costituiscono lo schieramento a sostegno del sindaco, ma non sono maggioranza, richiedendo questa almeno 13 consiglieri comunali sui 24 componenti il collegio. Ma, come annunziato, ci sono in ballo degli imminenti posti in giunta e quindi …