E’ stata pubblicata nella gazzetta ufficiale di ieri, 16 novembre, la legge di conversione del decreto-legge sul mezzogiorno, la quale introduce l’art. 8 bis, una norma pubblicizzata come indispensabile per la realizzazione dell’aeroporto di Agrigento.
Questa norma enuncia il principio della promozione di “un adeguato sviluppo economico, sociale e turistico dell’area centro-meridionale della Sicilia comprendente la provincia di Agrigento”.
Inoltre, stabilisce che “la medesima provincia di Agrigento, d’intesa con la Regione siciliana, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, presenta al ministero delle infrastrutture e dei trasporti un progetto di fattibilità tecnico-economica degli interventi necessari alla realizzazione dell’aeroporto di Agrigento, corredato dell’analisi costi-benefìci ai fini di una preliminare verifica della sostenibilità economico-finanziaria dell’opera e delle infrastrutture ad essa collegate”.
Quando si parla di “medesima provincia di Agrigento” ci si riferisce al Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento. Che dovrebbe dunque presentare, d’intesa con la Regione Sicilia, al competente Ministero, questo progetto di fattibilità entro il 15 marzo 2024.
Per la presentazione del progetto, tuttavia, la provincia di Agrigento (meglio, il Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento) dovrà fare tutto con risorse proprie (umane, strumentali, finanziarie) o con aiuto -se possibile- della Regione.
Certo, i progetti di fattibilità esistono già negli uffici del Libero Consorzio dei Comuni, ma risalgono al primo decennio degli anni duemila e quindi dovranno essere aggiornati, previamente comprendendo quale area dovrà essere individuata per la struttura.
Nel passato si è infatti parlato della località Piano Romano tra Licata e Palma di Montechiaro, ma anche di contrada Sant’Oliva tra Licata e Campobello di Licata e persino della zona Acqua della Menta in territorio di Racalmuto.
Con riferimento all’ipotesi di Acqua della Menta, l’ex sindaco di Racalmuto Enzo Sardo parla di un progetto esecutivo (ma sicuramente da aggiornare) custodito presso la Camera di Commercio di Agrigento.
Ma la cosa più strana e incredibile è questa: occorreva davvero una norma di legge statale per poter presentare -con risorse proprie- uno studio di fattibilità al Ministero delle Infrastrutture?
Se voleva, quando voleva, il Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento poteva aggiornare lo studio di fattibilità tecnico-economica e inviarlo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, accluso a regolare istanza di verifica della sostenibilità economico-finanziaria dell’opera ai fini dell’inserimento nel piano nazionale degli aeroporti e nei relativi programmi di finanziamento.
Se vuole, quando vuole, il Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento può farlo. Non occorreva e non occorre una norma di legge autorizzativa.
E poi, il limite dei 120 giorni. Che significa?
Che decorso quel termine, non potrà mai più presentarlo?
Sarebbe più produttivo, per la realizzazione dell’aeroporto, dedicare il tempo a lavorare sugli atti e sugli interventi concreti piuttosto che a fare annunci e norme pleonastiche.