Dopo anni di battaglie legali e lunghi processi finalmente la Suprema Corte di Cassazione ha posto fine ad una querelle giudiziaria trascinatasi per anni in cui il Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento è stato costretto a risarcire il danno parentale subito per la perdita del proprio congiunto deceduto in un grave incidente stradale.
Invero, la stessa Corte di Cassazione ha confermato le decisioni prese dalla Corte di Appello di Palermo, che già nel 2019 aveva condannato il Libero Consorzio di Agrigento al risarcimento del danno per la perdita del loro congiunto.
È l’08 giugno del 2007 quando alle ore 07:30 del mattino una giovane madre, Miccichè signora Carmela, nel percorrere la S.P. n.3 che collega il comune di Favara coi comuni di Aragona Caldare e di Grotte, alla guida della propria auto, giungendo alla chilometrica 13.900 urtava un muro di cinta realizzato in violazione dei permessi per le costruzioni e per i cui fatti, anche, in sede penale la proprietà del muro è stata condannata per l’omicidio, ma senza che negli anni il Libero Consorzio, già Provincia di Agrigento, avesse mai vigilato quel tratto di strada, ordinando l’abbattimento del muro medesimo.
Negli anni immediatamente susseguenti la morte hanno ritenuto i familiari della vittima che la Provincia Regionale di Agrigento, oggi Libero Consorzio Comunale, dovesse ritenersi corresponsabile del decesso, non avendo vigilato col Suo personale quel tratto di strada, così, da evitare gravi incidenti stradali per gli utenti della strada per come, invece, poi è successo.
I familiari della vittima sono stati assistiti dall’avvocato Raimondo Cipolla del Foro di Agrigento.