Ecco come si buttano i soldi dei contribuenti: dal mese di gennaio a novembre il Comune di Favara ha speso 1.476.485,16 euro per il conferimento dell’indifferenziato.
A Favara si promuove la legalità e la si festeggia pure, poi è la grande assente. E basterebbe affermare la legalità per risolvere a catena un mare di problemi.
Ecco, mese per mese, cosa ha pagato il Comune alla discarica dell’indifferenziato per non essere in grado di affermare la legalità attraverso il controllo del territorio e del conferimento degli utenti cittadini:
Costo indifferenziato 2023
Gennaio € 135.502,78
Febbraio € 116.949,72
Marzo € 132.924,3
Aprile € 123.916
Maggio € 146.811,69
Giugno € 108.922,2
Luglio € 142.441,01
Agosto € 143.315,41
Settembre € 130.918,25
Ottobre € 132.550 Novembre € 162.233,33
Da gennaio a novembre il totale di euro buttati dalla finestra è di 1.476.485 grazie agli incivili e all’amministrazione comunale che fino adesso ha posto timidissime azioni di contrasto, mentre le fototrappole non sono utilizzate.
Nessun controllo attraverso le videosorveglianze dallo stesso momento dell’insediamento di Palumbo, prima perche le fototrappole in dotazione non erano tecnicamente adeguate, poi per mancanza del regolamento comunale, approvato dopo un parto lungo più di un anno, adesso si aspetta la fornitura da parte del gestore del servizio ecologico di un sistema all’avanguardia che dovrebbe arrivare il mese prossimo. Intanto, il ritardo, ammesso che a gennaio si attivi il controllo, è costato in due anni milioni di euro. Ovviamente, al mancato controllo del territorio si deve aggiungere anche la mancata applicazione del contratto nella parte che attribuisce al gestore del servizio la verifica del regolare conferimento dei cittadini. In Consiglio comunale il particolare argomento è stato in diverse occasioni affrontato con richieste di penalità a carico del gestore, ma tutto è finito nel nulla.
Per la serie ogni cosa ha il suo prezzo, i favaresi virtosi pagano un conferimento estremamente esagerato di indifferenziato all’interno del quale c’è vetro, plastica, carta e cartone che potrebbero costituire un utile con la vendita, ma gli incivili non lo permettono e il Comune non li obbliga al rispetto delle regole.