Di seguito l’Intervista allo “sculptor optimus” Giuseppe Alba recentemente definito il Caravaggio della scultura, la cui fama sta prendendo sempre forma come le sue splendide opere perché la sua capacità di leggere la storia e la cultura delle antiche civiltà, insieme alla conoscenza geologica dei luoghi che esplora, lo rendono un artista unico.
Giuseppe, sei nato in Germania, a Lebach da padre favarese e madre tedesca, ma da tempo ti sei stabilito a Favara, come mai?
Sì, sono nato e cresciuto in Germania dove ho studiato, ma durante la mia adolescenza ho viaggiato moltissimo al seguito di mio padre Calogero, grande scultore e pittore, nei suoi viaggi effettuati per eseguire le sue opere. Ho avuto, dunque, la fortuna di conoscere culture diverse mentre apprendevo da mio padre, ma ciò che mi ha veramente appassionato e continua a farlo è la storia romana e greca che mi ha portato ad approfondire la conoscenza della storia siciliana e, in particolare dell’antica Akragas. Il grande amore per la Sicilia e per Favara hanno sempre esercitato su di me una grande forza attrattiva. La tragica perdita di mio padre in un incidente a Berna ha segnato per me una svolta che mi ha spinto a tornare in modo definitivo in Sicilia, a Favara, stabilendomi nella casa dei miei nonni, che era chiusa da tempo, e che ho trasformato in un atelier per creare le mie opere.
Quando hai capito di …essere un artista?
Dopo un ampio e luminoso sorriso, Giuseppe dichiara candidamente “non ne ho idea”, posso dirti soltanto che fin da piccolo, intorno all’età di 6 anni, ho iniziato a scolpire piccoli oggetti in legno per emulare mio padre, ma via via, non so precisare quando, ho capito che la mia era una vera e propria passione e non un tentativo di essere come papà.
Ci sono dei materiali che preferisci lavorare? O che, al contrario, ti mettono in difficoltà?
No, mi piace lavorare qualunque tipo di materiale ed ognuno mi suggerisce ed ispira la forma che è dentro ciascuno e che io devo portare fuori
Una celebre locuzione latina recita: Nemo profheta in patria , è così per te, o la tua arte è apprezzata a Favara e, comunque, nell’agrigentino?
Ancora una volta posso affermare di essere stato fortunato, i miei lavori sono piuttosto apprezzati,. Nel 2000 io e mio padre siamo stati contattati dalla ditta Italkali per scolpire una chiesa sotterranea in onore di Santa Barbara nella miniera di Realmonte, a 150 metri di profondità, interamente scavata nel salgemma. Come risulterà evidente non erano certo le migliori condizioni per lavorare, ma le difficoltà non hanno mai spaventato né mio padre né me e siamo riusciti a portare a termine il lavoro noto come “Cattedrale di Sale” che è diventato patrimonio dell’Unesco. Non ti nascondo che è una sensazione strana e bellissima vedere lodare i miei lavori, unitamente a quelli di mio padre, in svariate trasmissioni sulle rete nazionali.
Lascia l’amaro in bocca o, meglio “il sale” in bocca, verrebbe da dire, il fatto che la Cattedrale e le straordinarie creazioni di Calogero e Giuseppe Alba siano interdette alla pubblica fruizione da un po’. Io ho avuto il piacere di ammirarle parecchi anni fa, ma allora non avevo ancora avuto il piacere di conoscere te e la tua arte!
Ho anche sentito parlare di un Parco dove sarebbero presenti svariate tue opere, è corretto?
Sì, si tratta del “Parco Morreale” sito a Grotte. Ho stretto una proficua collaborazione con l’imprenditore siciliano Mimmo Morreale, per creare delle sculture in un parco artistico chiamato, appunto,“Parco Morreale”: vi sono oltre 500 sculture e, per certi versi, ricorda il Parco Güell di Gaudí a Barcellona.
Hai partecipato di recente ad alcune importantissime manifestazioni ottenendone grandiose soddisfazioni, addirittura sei stato definito da una commissione artistica il “Caravaggio della scultura”!
Ho presentato una mia opera: “Il silenzio delle ombre”, alla quinta edizione della Biennale di Milano 2023: la Milano Art Gallery ha ospitato circa 250 opere di artisti contemporanei provenienti da circa 40 paesi Un evento che è sicuro punto di riferimento nel panorama artistico internazionale, un viaggio attraverso le diverse forme espressive di tanti diversi paesi. Presenti anche tanti personaggi ben noti nel panorama culturale, oltre a Salvo Nugnes, patron dell’evento, ho avuto il piacere e la grande emozione di conoscere il critico d’arte Vittorio Sgarbi, il giornalista Paolo Liguori, il soprano Katia Ricciarelli….luminari della storia dell’arte e dello spettacolo.
Cosa rappresenta l’opera ” Il silenzio delle ombre”?
Rappresenta lo stato attuale della Sicilia, di tutta la gente che ha provato a trovarsi un futuro in una terra diversa rischiando la vita. L’opera rappresenta la Sicilia in una tempesta: sopra viene presentata una dea che non ha non ha un sesso, non e’ donna né uomo, e rappresenta l ‘Europa, è incastonata su su un pezzo di alabastro che ha la forma della Sicilia e rappresenta una tempesta con una barca da sola senza forma di vita che va verso l’Europa la quale, pero’ resta indifferente rivolgendo altrove lo sguardo.
Lo scorso 13 dicembre, poi, con la mia opera ho partecipato al Premio Internazionale Artista d’Europa 2023, che si è tenuto al Teatro San Babila di Milano, è stata un’esperienza fortissima, oltre all’emozione di presentare “Il silenzio delle ombre al pubblico in teatro, se né è aggiunta un’altra: la commissione artistica mi ha definito il “Caravaggio della scultura” e, in rappresentanza della Sicilia, sono stato selezionato con altri 14 artisti emergenti nazionali ed internazionali, per partecipare al Vernissage presso la Galleria di Antonio Battaglia, nel cuore di Brera, accanto All’Accademia di Brera, il prossimo 18 gennaio 2024. E’ stata una forte emozione presentare “il silenzio delle ombre” al pubblico in teatro.
In data 22 dicembre, il prof. Salvo Nugnes, curatore d’arte, scrittore e reporter mi ha conferito il Premio Jacopo da Ponte, a Bassano del Grappa – SpoletoArtFactory con la seguente motivazione: “Il presente attesta lo spessore della sua Arte e l’importanza della sua ricerca stilistica, testimonianza tangibile del suo talento”.
Dunque, il 18 gennaio sarai a Brera e poi?
E poi il 2 Marzo e l’1 aprile sarò a Venezia per l’Arte Laguna Prize 2024 e poi, deciderò le prossime partecipazioni insieme al mio manager Serenella Bianchini.
Con il suo estro e la sua levatura artistica il talentuoso favarese Giuseppe Alba contribuisce mirabilmente a promuovere la cultura artistica oltre isola, il suo dialogo costante con la materia ed il suo modo estremamente personale di approcciare qualunque materiale ne proclama a gran voce la sua unicità che, non poteva passare inosservata. Un vero orgoglioso per i favaresi!
J
Non essendo dei critici d’arte riportiamo per intero il più che lusinghiero giudizio espresso sul maestro Giuseppe Alba dal prof. Nuccio Mula, scrittore, giornalista, operatore culturale, docente universitario emerito di materie artistiche e Critico Internazionale d’Arte.
“IL MAESTRO GIUSEPPE ALBA, INDAGATORE DI QUALUNQUE MATERIA E SCULPTOR OPTIMUS
Infaticabile investigatore della Materia in qualsivoglia suo naturale ostendersi per poi offrirsi alle alchimie di trasmutazione operate sugli specifici rituali dell’osservare, dell’adorare e del ri/creare affidati ad un Estro altrettanto “naturaliter” adeguato ad agire sulle variabili d’ogni manifestarsi per componenti e peculiarità, Giuseppe Alba, pervenuto al possesso pieno di una maturità umana nel supersegno della vigoria corporea e di un rifulgente Zenit del cogitare e dell’esprimersi fra le peregrinazioni e le scaturigini d’un valente creare, prosegue senza soste, fuori da pause capaci solo d’interrompere traumaticamente impeti e flussi generatori, nella sua carriera di scultore prolifico, poliedrico e polivalente, nel solco di quella passione trasmessagli dal genitore, ottimo esempio e modello, di cui fu allievo senza aver bisogno di altri Maestri a scuola e nella vita.
Capace di adattarsi ad ogni ambiente, dalle penombre di antri al respiro cosmico dell’ “en plein air”, e di operare su tutti i materiali onde donare nuove forme e chiare voci alle anime mute ma non inerti delle cose, Giuseppe Alba, in una costante, altissima professionalità ottimizzata da “humanitas” ed “humilitas”, riesce a misurarsi sull’adamantina, solidissima consistenza del marmo così come sull’inopinata ma reale fragilità del tufo e di altre variabili dell’agire su pietre o legnami che possiedono diversi punti di rischio di frantumazione al minimo errore di calcolo della compattezza e / o di ancor altre resistenze o cedimenti in tema di friabilità.
Con un curriculum saturo di interventi e commissioni sia nel profondo della Cattedrale di Sale di Realmonte che su strutture monumentali all’aperto già classificate come beni culturali e bisognose di restauro e di cura, contattato da istituzioni pubbliche e privati cittadini per lavori sull’esistente o creazioni “ex novo” (come nel caso del “work in progress” concernente il Parco Morreale che sta nascendo con diverse sue sculture a Grotte, sempre in provincia di Agrigento), giammai ostacolato, come detto, dal misurarsi con qualsivoglia tipologia di materiali, dai più solidi ai più fragili (come ad esempio l’alabastro, su cui si è espresso e continua a creare con minuziosissima cura e fermissima mano) Giuseppe Alba, ormai da diversi anni, si è imposto per la sua grande professionalità e i rapporti fiduciari mai disattesi o del tutto delusi: ed è quindi arrivato il tempo in cui la sua straordinaria capacità scultorea, che ha al suo attivo una produzione doviziosa e incantevole, si affacci a una notorietà non più e non solo limitata ai moltissimi estimatori nell’ambito dei suoi rapporti personali e professionali, ma anche a nuovi e alti tragitti da traguardare onde sistematicamente vederli ed intenderli quali ulteriori orizzonti su cui misurare questa sua rara abilità non solo di creare o riottimizzare delle forme ma anche (un’altra delle sue grandi doti) l’estrema cura dei preparativi, delle analisi e delle deduzioni “in situ”, ed il reperire già sul posto i pezzi a cui lavorare prima d’usare i suoi strumenti di Artista.
Il suo laboratorio è sempre aperto, e dai tanti video che lo ritraggono si nota e si comprende subito il vigore ma anche la sua delicatezza nel rapportarsi a materie e luoghi, il suo sognare, già da subito, ciò che poi sarà, il suo saper “vedere oltre” e “dopo” che non è proprio dote comune fra chi sa e vuole solo “il qui” e “l’adesso”.
Ed è anche per queste altre doti non comuni che, nel confermargli la mia ammirazione da critico, gli chiedo soltanto di non anteporre mai, sia ora che in futuro, alla sua geniale e genuina peculiarità di Artista autentico le tentazioni e le lusinghe (a volte gratificanti, ma molto più spesso, unicamente ambigue ed illusorie) di un contesto artistico standardizzato che comunque, e solo per merito, lo farà presto partecipare alla Biennale di Milano, cui è stato prontamente ammesso, nonché ad altri solidi ed ambiti eventi nazionali ed internazionali.
Ma Giuseppe Alba, ben aduso a distinguere la solidità dalla fragilità, non perderà tempo a pesare l’effimero”.
Al maestro Giuseppe Alba i complimenti e gli auguri per un sempre più radioso futuro da parte di SiciliaOnPress.