La legge finanziaria della Regione Sicilia prevede dei bonus per i medici che scelgono di lavorare nei cosiddetti ospedali di frontiera, ovvero negli ospedali di provincia non abbastanza appetibili a causa delle notevoli carenze d’organico e dei conseguenti massacranti turni di lavoro.
Si tratta di un bonus di oltre mille euro mensili lordi che è riservato non solo ai medici che optano di lavorare nei piccoli ospedali di provincia con gravi carenze d’organico (per esempio, Canicattì e Licata), ma anche per quelli che lavorano nei reparti di emergenza-urgenza.
Nella finanziaria regionale è stato infatti disposto uno stanziamento di circa 10 milioni di euro per lo scopo, anche se la cifra iniziale era il doppio, ma è stata ridimensionata -come lamenta il capogruppo M5S all’ARS, Antonio De Luca– per finanziare sagre e feste.
L’on. Antonio De Luca, che è anche presidente della sottocommissione parlamentare pronto soccorso, dice che la misura “tende a contenere le criticità siciliane nell’area di emergenza urgenza”.
La misura rientra nel solco delle politiche regionali della salute già tracciate dall’assessore regionale Giovanna Volo e dal dirigente generale DRPS Salvatore Iacolino i quali, a firma congiunta, avevano già diramato il 21 luglio dell’anno scorso una direttiva alle aziende ed enti del servizio sanitario regionale.
In quella direttiva assessore regionale e dirigente generale lamentavano che “continuano a registrarsi perduranti diseguaglianze nella distribuzione del personale dirigente medico, a favore degli ospedali cittadini e talvolta in danno dei presidi provinciali, che comportano una disomogenea distribuzione del personale, con riflessi negativi per la piena operatività dei reparti ospedalieri dell’emergenza urgenza e nei richiamati piccoli ospedali di provincia”.
Inoltre, nella stessa direttiva, si evidenziava l’assoluta importanza del “raggiungimento dell’obiettivo zero chiusure aree emergenza e pronto soccorso”.
Purtroppo, invece, nell’ospedale Barone Lombardo di Canicattì, a cause delle carenze d’organico, è stata chiusa l’Unità di Terapia Intensiva Coronarica che pure costituisce reparto di emergenza ed è l’unica e sola unità di terapia intensiva dell’ospedale canicattinese.
Può adesso accadere che, grazie all’incentivo della legge finanziaria regionale, uno o due nuovi dirigenti medici cardiologici scelgano di lavorare all’ UOC di Cardiologia dell’ospedale di Canicattì (attualmente con un organico di 5 soli dirigenti medici, oltre il primario) e consentire la riapertura dell’UTIC , chiusa già da quasi sei mesi?