Il dipartimento regionale per la pianificazione strategica, diretto da Salvatore Iacolino, continua a lavorare intensamente per reclutare medici da mettere in servizio nelle corsie dei presidi ospedalieri siciliani.
Si stima infatti che ci sia una carenza di oltre 1500 medici nei reparti sanitari della nostra isola. Così, ci si affida anche all’opera di medici stranieri, tanto che, in questa tornata, ne sono stati reclutati ben 37 (tra medici del pronto soccorso, anestesisti, chirurghi, cardiologi, ginecologi, gastroenterologi, ortopedici e pediatri). Di loro, ben 10 andranno all’ASP di Agrigento che, a sua volta, si avvarrà dell’apporto dei sindaci dei Comuni nei quali ci sono i piccoli ospedali di provincia..
Occorre infatti che i sindaci e le strutture municipali diano un costante ed efficace supporto logistico e burocratico. Questi medici (tutti extra-comunitari) dovranno infatti trovare alloggio, acquisire la residenza anagrafica, effettuare corsi intensivi di lingua italiana, etc…
Solo dopo potranno assumere servizio, tenuto anche della direttiva emanata a firma congiunta, la scorsa estate, dall’assessore regionale Giovanna Volo e dal dirigente generale DRPS Salvatore Iacolino i quali constatavano “perduranti diseguaglianze nella distribuzione del personale dirigente medico, a favore degli ospedali cittadini e talvolta in danno dei presidi provinciali, che comportano una disomogenea distribuzione del personale, con riflessi negativi per la piena operatività dei reparti ospedalieri dell’emergenza-urgenza e nei richiamati piccoli ospedali di provincia”.
D’altronde, il lavoro dei medici negli ospedali di frontiera è riconosciuto meritevole di bonus dalla legge di stabilità regionale, dal momento che i medici i quali scelgono di lavorare in questi ospedali soffrono le difficoltà dovute alle carenze d’organico e ai conseguenti, talvolta massacranti, turni di lavoro.
Si tratta di un bonus di oltre mille euro mensili lordi che è riservato non solo ai medici che optano di lavorare nei piccoli ospedali di provincia con gravi carenze d’organico (per esempio, Canicattì e Licata), ma anche per quelli che lavorano nei reparti di emergenza-urgenza.
Un bonus che spetta anche ai medici stranieri reclutati ed è voluto da una norma della legge di stabilità regionale che era stata messa nel mirino dal governo nazionale ai fini di una eventuale impugnativa. Per fortuna, la norma è poi rimasta in vigore, grazie ai chiarimenti forniti in maniera esaustiva da Marco Falcone, assessore regionale al bilancio, che ha evitato l’impugnativa.