PER LA CONSULTA SI TRATTEREBBE DI “TRADIMENTO DELLO SPIRITO DELL’AZIENDA CONSORTILE PUBBLICA”
Nell’assemblea pubblica dei soci di AICA di ieri 4 aprile è stata negata la possibilità di intervento al rappresentante della Consulta, organo previsto dall’art. 48 dello statuto di AICA. La Consulta ha chiesto per tre volte di intervenire e per tre volte ha ricevuto il diniego dal Presidente dell’assemblea che per il regolamento ha la facoltà di concedere la parola a chi ne fa richiesta.
“Riteniamo – si legge nel comunicato della Consulta- che questo episodio vada oltre la mera mancanza di rispetto degli altri organi statutari e si configuri come un vero e proprio tradimento dello spirito dell’azienda Consortile Pubblica, per la quale le associazioni aderenti alla Consulta hanno a lungo lottato. Negare la possibilità di intervento alla Consulta, specie in un momento così delicato per le sorti del Servizio Idrico, significa negare la possibilità all’organo dedicato alla partecipazione e all’utenza di dare il proprio contributo. Significa ignorare colpevolmente che quanto sostenuto e proposto finora dalla Consulta fin dai primi minuti di vita del Gestore Pubblico, se tempestivamente applicato avrebbe risparmiato all’utenza i disservizi, le ingiustizie e le sofferenze che sta subendo. Tuttavia la Consulta continuerà a lavorare per il bene del gestore e a dare il proprio contributo, sia esso gradito o meno ai sindaci o a parte di essi, e lo farà con la preparazione e la lungimiranza di cui è capace anche quando a presiedere i lavori di Assemblea siederà un Presidente che terrà in maggior conto il rispetto degli altri organi statutari, le basilari norme democratiche e la trasparenza delle istituzioni”.
Ora ciò che si scrive Consulta si legge: Agrigento Punto e a Capo, Associazione Titano, A Testa Alta, Centro Studi De Gasperi, CodaconsSede Provinciale di Agrigento, Comitato Civico Cantavenera, Ethikos Aps, Konsumer – Agrigento. Praticamente quelli che hanno notevolmente contribuito al ritorno del gestore pubblico del servizio idrico integrato. Non solo, rappresentano l’utenza e nello spirito della gestione pubblica, dunque, i cittadini ai quali non dovrebbe, in nessun caso, essere negato il diritto ad intervenire nell’assemblea. Quello che non avrebbe mai fatto Girgenti Acque lo sta facendo Aica.
Di diverso parere è Alfonso Provvidenza, presidente di Aica, secondo il quale per statuto la Consulta ha diritto ad intervenire solo quando prima dell’assemblea ne faccia specifica richiesta indicando l’argomento da trattare per essere inserito nell’ordine del giorno dei lavori dell’assemblea di Aica.