La pesante siccità, la mancanza di una tempestiva ed organica programmazione per fronteggiarla, la vetustà delle condotte idriche costituiscono motivi per i quali abbiamo assistito al ritorno della crisi idrica in molte zone dell’agrigentino e, drammaticamente, nel centro storico (e non solo) della città capoluogo.
LA SITUAZIONE IDRICA
Così, i rubinetti nelle abitazioni restano a secco per giorni, le condotte dell’acquedotto Tre Sorgenti subiscono ad intermittenza guasti e ancora guasti ; l’acquedotto Voltano registra disservizi per l’ interruzione energia elettrica.
Ad inizio mese, c’è stata pure una manifestazione popolare ad Agrigento cui ha partecipato persino l’arcivescovo Alessandro Damiano.
Non solo. Si teme, a ragione, che la situazione possa vieppiù peggiorare.
Viene allora spontaneo chiedersi: ma il nostro governo regionale, i nostri sindaci, l’organo provinciale competente in materia idrica, il soggetto gestore che ci stanno a fare?
L’ACQUA E’ PUBBLICA ED E’ DI TUTTI
Si è parlato, con enfasi, di ritorno all’acqua pubblica allorquando la titolarità della gestione idrica è passata da un’azienda privata a quella consortile dei Comuni agrigentini. Ma l’acqua è sempre stata pubblica, l’acqua è di tutti. Lo è ora e lo era prima. Diversa cosa è il soggetto al quale viene concessa la gestione del servizio idrico pubblico: ieri si trattava di una società privata; oggi c’è la gestione in house, a cura dei Comuni stessi che hanno costituita una specifica azienda consortile.
Ma funzionano meglio di ieri le cose?
Sembrava dovesse cambiare l’universo mondo con la nuova gestione. Oggi, invece, l’acqua manca come prima e più di prima. E, come se non bastasse, ci sono tre paradossi che continuano a persistere nell’AziendaIdrica dei Comuni Agrigentini.
IL PARADOSSO DELLA MANCANZA DEL CONTROLLO INTERNO DI GESTIONE
Il primo paradosso è quello della mancanza di un ufficio di controllo sulla gestione che avrebbe dovuto funzionare sin dai primi mesi di costituzione dell’AICA (anno 2021), ma che a tutt’oggi non esiste.
Ma è mai possibile che in un’azienda consortile comunale che gestisce un importante servizio pubblico, come quello idrico, non sia mai stata sottoposta -conformemente ai principi di trasparenza, pubblicità e informazione – a controllo sulla gestione?
Non solo è possibile, ma purtroppo è anche certo.
IL PARADOSSO DELLE PERDITE D’ESERCIZIO NON RIPIANATE
Ma c’è un altro paradosso: ogni anno, l’AICA ha considerevoli perdite che richiedono l’esborso di notevoli somme da parte dei Comuni consorziati. I quali -nella maggior parte dei casi- non fanno i pagamenti che dovrebbero fare: specialmente con riferimento alle perdite 2021 e 2022. Alcuni Comuni, addirittura, manco prevedono nei rispettivi bilanci gli accantonamenti destinati al ripiano di quelle perdite. E due Comuni (quello di Licata e quello di Lampedusa e Linosa) non hanno versato neppure le originarie quote sociali.
IL PARADOSSO SULL’INCERTEZZA DEL QUANTUM NEL COMPENSO AMMINISTRATORI
Non sappiamo come il CdA di AICA giustifichi tutto ciò, ma sappiamo che il trattamento economico degli amministratori non lascia a desiderare: nel senso che è piuttosto generoso, corrispondendo -per il presidente, per il vicepresidente e per il terzo componente- rispettivamente all’80, al 75 e al 70 per cento dell’indennità percepita dal sindaco del comune capoluogo.
Ma anche il compenso degli amministratori è assurto recentemente a paradosso, poiché al presidente dell’Aica è sorto il dubbio che tali compensi possano non essere conformi a quanto stabilito dalla Corte dei Conti-Sezione Autonomie Locali con deliberazione n. 9 del 28 maggio 2019.
La deliberazione della corte contabile è del 2019, il compenso per i componenti del CdA è stato determinato nel 2022. Ma tant’è…
Adesso la palla dei compensi degli amministratori è in mano al direttore generale e, indirettamente, al collegio dei revisori.
LA PAURA DELLA CRISI IDRICA
E -mentre all’AICA non si risolvono questi paradossi- l’utenza soffre i disservizi, i guasti, la penuria d’acqua.
E la crisi idrica continua a fare paura, ogni giorno di più.