I dati del quasi-flop erano ampiamente prevedibili, ma è davvero sconfortante che ad un pubblico concorso per 31 posti di dirigente medico da assumere nei pronto soccorso degli ospedali di Agrigento, Sciacca, Canicattì, Licata e Ribera si presentino soltanto 13 candidati e, di questi, 3 siano ancora specializzandi.
la previsione del quasi-flop
In un servizio di questo quotidiano online di alcuni giorni fa (cliccare qui per leggerlo) abbiamo fatto il punto della situazione sui concorsi in itinere e su quelli da bandire per i posti vacanti di dirigente medico nei cinque ospedali dell’ASP di Agrigento .
In quel servizio, abbiamo anche parlato dei dirigenti medici dell’area di emergenza/urgenza, scrivendo che “in dirittura d’arrivo c’è il concorso per 31 posti di dirigente medico nei pronto soccorso dei 5 ospedali della provincia, sebbene sembri che non si riuscirà a coprire tutti i posti vacanti”.
Che ci fosse il rischio che il concorso andasse deserto, in verità, lo avevamo già paventato allorché il relativo bando fu pubblicato. Per l’occasione, con un altro servizio, sempre di questo quotidiano online (cliccare qui per leggerlo), abbiamo evidenziato l’enfasi con cui venne annunciato che il bando di concorso a 31 posti potesse costituire misura adeguata a risolvere il problema della carenza dei medici nei pronto soccorso dei nosocomi agrigentini e particolarmente in quello di Agrigento, dove le cose vanno tutt’altro che bene, specialmente dopo le dimissioni del primario Sergio Vaccaro, avvenute nel luglio dell’anno scorso.
le risultanze del concorso
In effetti, anche se ce ne rammarichiamo, abbiamo avuto pienamente ragione: al concorso per 31 posti di dirigente medico nell’area dell’emergenza/urgenza sono state inoltrate soltanto 18 domande di partecipazione e, poi, effettivamente, soltanto 13 candidati si sono presentati a sostenere le prove di esame (ovviamente sono risultati tutti idonei nelle due distinte graduatorie: quella per i candidati in possesso dei requisiti richiesti e quella per i candidati specializzandi).
Di questi 13 candidati, inoltre, soltanto 1 è specialista nell’are dell’emergenza/urgenza, mentre 3 sono specializzandi e gli altri 9 sono medici non specialisti ma col requisito di almeno tre anni di servizio svolto in pronto soccorso.
gli adempimenti per le assunzioni
La procedura concorsuale è stata svolta e completata in modo sollecito da parte della commissione esaminatrice, presieduta dal dottor Salvatore Gallo, attuale direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale Barone Lombardo di Canicattì.
Nei prossimi giorni, gli atti e i verbali del concorso espletato -dopo l’istruttoria dei competenti uffici- saranno approvati dal Direttore Generale dell’ASP Giuseppe Capodieci.
Dopo l’approvazione, sarà possibile assumere a tempo indeterminato i 10 medici idonei e vincitori del concorso (sempre che gli stessi accettino tutti l’immissione in ruolo), mentre i 3 specializzandi potranno essere assunti a temine per poi passare a tempo indeterminato quando si saranno specializzati.
Resta il dispiacere che soltanto poco più del 25% dei posti a concorso sarà a breve coperto da medici con contratto a tempo indeterminato, con il corollario che probabilmente nessuno di loro andrà negli ospedali di Canicattì, Licata e Ribera.
le ragioni della bassa percentuale di copertura dei posti
Purtroppo, non è andata come auspicava ad ottobre dell’anno scorso il commissario straordinario pro-tempore dell’ASP, Mario Zappia. Il quale aveva fatto tutto quanto era nelle sue possibilità e quindi si soffermava sulla “consistenza numerica dei posti messi a bando” per evidenziare “quanto sia centrale l’attenzione della direzione strategica nei confronti dell’accoglienza in area di emergenza ospedaliera”.
Ma la consistenza numerica dei posti messi a bando si è rivelata ben altra cosa rispetto alla realtà effettuale.
L’offerta di reclutamento nei Pronto Soccorso da parte delle aziende sanitarie e dei presidi ospedalieri siciliani è tanta. Infatti, nello stesso periodo in cui è stato bandito il concorso da parte dell’ASP di Agrigento, è stato bandito analogo concorso a 16 posti di dirigente medico nei Pronto Soccorso ospedalieri dell’ASP di Siracusa e ad equivalente concorso presso l’azienda ospedaliera per l’emergenza Cannizzaro di Catania.
il gettone preferito allo stipendio di dipendente pubblico
Ma non è solo questione di squilibrio tra domanda ed offerta. Gli è pure che molti medici optano per non essere dipendenti ospedalieri, preferendo non lavorare a stipendio. Scelgono infatti i rapporti a contratto libero-professionale, a fattura, per guadagnare almeno il triplo di quanto guadagnerebbero come dipendenti.
In altri termini, molti di questi medici lavorano nei Pronto Soccorso siciliani (ma anche in quelli del resto d’Italia) a gettone, mediante contratto libero-professionale con compenso orario pari a 120 euro e per 38 ore settimanali.
Significa che le prestazioni libero-professionali assicurano loro un guadagno lordo settimanale -e senza stress da doppi turni o pronta disponibilità- di 4.560,00 euro. Un importo che è proprio molto più del triplo di quanto guadagnerebbero dopo aver vinto un concorso di dipendente pubblico con la qualifica di dirigente medico ospedaliero nei Pronto Soccorso.
Per fortuna, però, ci sono ancora quelli (seppur pochissimi) che scelgono -forse come fosse missione- il rapporto di lavoro dipendente come medico dei Pronto Soccorso degli ospedali pubblici.