Nel punto all’ordine c’è scritto “Proposta di presa d’atto del “ Piano Economico Finanziario – Servizio raccolta dei rifiuti solidi urbani – aggiornamento tariffario biennale 2024-2025” validato dall’Ente territorialmente competente; ma si legge aumento della Tari per i favaresi.
Parliamoci chiaro, oggi l’aumento è inevitabile perché deve coprire le maggiori spese del servizio. Si poteva e si doveva agire nello stesso momento dell’insediamento dell’amministrazione Palumbo migliorando, per fare un solo esempio, la qualità della differenziata.
Ed, invece, l’auto incensato Palumbo non ha fatto nulla. Lo dicono le fatture che i favaresi pagano alla discarica dell’indifferenziata sempre al rialzo. Costo indifferenziato giugno 2024 euro 131.841,24; nel 2023 era stato di euro 108.922,20.
Ora le chiacchiere sono chiacchiere e i fatti, fatti.
Non sono state di “gradimento” le fototrappole a disposizione dell’amministrazione comunale e nel mese di gennaio scorso è arrivata la videosorveglianza e-killer di avanzata tecnologia, nel mese di febbraio i vigili urbani hanno frequentato il corso di formazione per l’utilizzo, siamo a metà luglio e ancora non è stata messa in funzione.
Il disciplinare d’appalto che regola il rapporto tra amministrazione e l’associazione temporanea d’impresa prevede espressamente a carico di quest’ultima le penali per il mancato raggiungimento della soglia del 65 per cento di differenziata. Controllare è dunque compito del gestore del servizio. A Favara è lettera morta. Non si applica.
Ci fermiamo qui, quando potremmo citare un lungo elenco di fatti e non di parole che potevano essere messi in campo per almeno contenere gli aumenti che stasera terranno banco all’interno dell’aula del Consiglio comunale di Favara.