Giuseppe Veneziano
Al di là della richiesta pervenutaci di oggetti e di materie prime, che serviranno alle detenute per lavorare e sentirsi parte integrante di un mondo che al momento le tiene segregate …senza dubbio, in questa “preghiera” appare evidente la manifestazione di fiducia e di speranza che la visita dell’Unitre ha saputo infondere nel loro animo.
In quell’occasione, tutti si sono sentiti raccolti nel grembo di una umanità vera e reale che ha fatto rafforzare in loro la speranza di un domani migliore.
Emozionante è stato il momento della loro compartecipazione ai lavori dell’Unitre, testimoniato con le canzoni cantate o le recite personali, laddove trasparivano tutti i loro sentimenti nascosti..l’amicizia, l’amore per la vita, l’affetto per i familiari…seppur al momento repressi.
Invero, dagli occhi pieni di lacrime delle detenute e dei detenuti, traspariva il senso di gratitudine e di meraviglia, come se avessero riscoperto per la prima volta la bontà della gente e il senso della vita.
Ecco perché l’Unitre ha risposto di sì a questa richiesta di aiuto proveniente dalle detenute di con/da Petrusa a mezzo del suo Direttore Amministativo Dott. Giuseppe Di Miceli, dal quale, tra l’altro, sono stati espressi sentiti ringraziamenti e grandi apprezzamenti di stima nei nostri confronti per il senso di collaborazione richiesto all’Unitre e offerto a cuore aperto da tutti gli iscritti.
In merito il dottore Giuseppe Veneziano ci dice: “Certo…. rivivere questi momenti di tensione emotiva e sentirsi parte integrante di “Simile Associazione”..non solo ti tocca il cuore, ma ti rende orgoglioso di farne parte.”
La richiesta consisteva in ” cianfrusaglie” per consentire loro di lavorare e rendersi utili con lavori umili e manuali ( creare cincilli, collanine, disegni, quadri, braccialetti, oggetti vari, ecc, per cui l’Unitre, condividendo a pieno la loro proposta e ritenendo di collaborare in questo lavoro di inserimento umano e sociale…non solo ha aderito alla richiesta, ma si è resa parte integrante del progetto stesso, procurando loro il materiale necessario ( perline, filo, lettere di plastica, stecchini, tartarughine per ciondolini, fogli da disegno, colla, foglie colorate, ciuffetti per abbellimenti, colori, ecc.), specie che detto materiale dovrà servire alle detenute per comporre oggetti vari da regalare ai bambini orfani o ammalati.
Nello specifico, il dottore Diego Caramazza ci dichiara: ”Vogliamo contribuire….come sempre fatto…ad aiutare chi sta male….. a comprendere che la vita si può vivere nel rispetto delle regole civili e che si è sempre in tempo per farne parte. Avanti tutta e sempre più in alto!”