Luigi Patronaggio, attuale procuratore generale della repubblica di Cagliari, ha definito “lodevole” -secondo l’ANSA- “l’iniziativa del sindaco di Agrigento che ha vietato la vendita di gadget che rimandano a una immagine della mafia folkloristica e per certi versi rassicurante”.
D’altronde, in questi giorni, ha avuto vasta l’ordinanza con cui il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè ha vietato la vendita nel territorio della sua città di gadget, souvenir e calamite che inneggiano alla mafia o comunque la richiamano in termini positivi (cliccare qui per leggere servizio del nostro quotidiano online sulla questione).
Alla sua iniziativa è poi seguita quella dell’assessore regionale alle infrastrutture e alla mobilità, Alessandro Aricò, il quale ha richiesto di fermare la vendita di gadget e souvenir a tema mafioso negli shops e negli spazi commerciali degli aeroporti siciliani, con una lettera inviata ai vertici delle società di gestione degli scali di Palermo (Gesap), Catania e Comiso (Sac), Trapani (Airgest), Lampedusa (Ast) e Pantelleria (Enac).
Di qui, l’intervento di Luigi Patronaggio, originario della provincia di Agrigento, dove è stato procuratore della repubblica ed è cittadino onorario in uno dei comuni agrigentini, quello di Naro.
Il PG Patronaggio va comunque oltre e -sempre secondo il comunicato dell’ANSA- rileva che l’ordinanza del sindaco Miccichè “ha il pregio di essere a ‘costo zero’ per l’amministrazione“.
“Invero ben altre dovevano essere le iniziative antimafia, a partire dalla denunzia dei vecchi e nuovi ladri delle risorse idriche, tanto pubblici che privati, nonché rilanciare un’amministrazione della cosa pubblica attenta allo sviluppo del territorio, scevra da condizionamenti ambientali e clientelari”.
“Ma mi rendo conto che iniziative simili hanno costi economici, ma soprattutto umani e culturali, ancora purtroppo, insostenibili in questa Isola” -conclude amaramente Luigi Patronaggio.