Sono 3.199 i docenti di ogni ordine e grado (compresi quelli di sostegno) i quali-grazie alla mobilità annuale interregionale- rientrano in Sicilia da altre parti d’Italia
L’anno scolastico precedente erano stati 2.224 docenti. Quest’anno circa il 30 per cento in più.
Nella provincia di Agrigento ne sono rientrati 244, nonostante le domande fossero state di gran lunga superiori.
Si tratta di un fenomeno sociale che ha notevoli ripercussioni nella vita dei docenti interessati e delle loro famiglie, dal momento che spesso non si può fare a meno di accettare sedi scolastiche d’insegnamento nell’Italia centro-meridionale con la speranza di ottenere poi l’utilizzazione o l’assegnazione provvisoria in una sede vicina a quella di residenza.
Ma il problema è per coloro i quali non ottengono l’assegnazione provvisoria né la mobilità definitiva. Questi docenti sono costretti ad assentire egualmente sedi d’insegnamento a migliaia di chilometri di distanza dall’effettiva residenza loro e dei loro familiari.
Ci sono disagi non solo dal punto di vista dell’aggravio economico, ma anche e soprattutto da quello affettivo.
Non solo. Ogni anno, le nuove nomine per mobilità giungono con cospicuo ritardo (quasi sempre a ridosso dell’inizio del nuovo anno scolastico).
E sono avvenute proprio qualche giorno fa le nomine concernenti l’anno scolastico 2024/2025 e riguardanti i docenti fuori sede che hanno avuto nell’anno scolastico 2023/2024 un incarico grazie alle graduatorie dell’assegnazione provvisoria interprovinciale o grazie alla GPS.
Il Ministero dovrebbe autorizzare un incremento dei posti disponibili per i docenti nelle residenze delle proprie province, perché questi docenti affrontano con le proprie famiglie disagi davvero straordinari: soprattutto se essi sono caregiver (legge 104/92), dei quali abbiamo parlato -a partire delle proposte del CNDDU- in un precedente articolo di questo nostro quotidiano online (cliccare qui, se lo si vuol leggere).