“Nel nome di Lorena”, la studentessa di medicina uccisa dal fidanzato a Furci Siculo (Me), si è manifestato ieri a Favara -Comune di origine della ragazza- per dire no alla violenza di genere.
La comunità favarese si è mossa in corteo con una fiaccolata che è partita da piazza don Giustino ed è giunta sino a piazza Cavour nel punto in cui sorge il monumento alla memoria di Lorena Quaranta.
Un corteo silenzioso, illuminato dalla luce delle fiaccole, testimonianza della vicinanza della comunità locale alla famiglia di Lorena, portatrice di un messaggio forte: mai più violenza.
A seguire, alle ore 19:00, nella Chiesa Madre è stata celebrata una Santa Messa in memoria di Lorena, con una significativa omelia dell’arciprete don Nino Gulli. Un momento di raccoglimento spirituale per celebrare la vita di una giovane donna che avrebbe potuto dare tanto alla società se non fosse prematuramente scomparsa per mano di chi diceva di amarla.
In testa al corteo, i familiari di Lorena, il sindaco di Favara Antonio Palumbo, alcuni esponenti della giunta comunale, il presidente del consiglio comunale Miriam Mignemi, il sindaco di Furci Siculo Matteo Francilia, il sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza, i rappresentanti del Centro Donna George Sand, gli esponenti della Consulta Giovanile e di diverse associazioni che si occupano di tutela e sostegno alle donne vittime di violenza.
Il 28 luglio scorso, analoga manifestazione si era svolta a Furci Siculo, con una marcia silenziosa, organizzata dal centro antiviolenza Evaluna di cui si era occupato il nostro quotidiano online con l’articolo che può essere letto cliccando qui.
Intanto, giovedì prossimo ci sarà l’udienza in corte d’appello per la condanna dell’assassino della giovane studentessa favarese.