“Resto sindaco di Agrigento per il bene della città”. Le parole di Marco Zambuto, pronunciate il 31 dicembre, per annunciare agli agrigentini la sua scelta di non candidarsi alle Politiche, non hanno convinto proprio tutti.
Chi gli sta vicino certamente lo sostiene, lo apprezza, prova a valorizzare la sua decisione, mentre gli avversari o chi gli era vicino sparano a zero. Gli ex alleati del Patto per il Territorio, i vertici del Movimento vanno giù pesantemente. E tuonano: “Purtroppo il suo partito, l’Udc di Casini, no, non gli ha voluto garantire il posto numero 2 alla Camera. Forse Casini, o chi per lui, avrà letto qualche pagina di cronaca agrigentina e si sarà reso conto che, insomma, così bene proprio non pare stia lavorando il sindaco di Agrigento. E il buon Marco allora che fa? Certo non può raccontare agli agrigentini, il 31 Dicembre, che no, Casini il “posto” non glielo ha dato, che è stato "scaricato"…ed ecco la trovata per la comunicazione: “No, non lascio, resto per risolvere i problemi della città”. Senza aggiungere però qualcosina del tipo:”non lascio, anche se ci ho provato in tutti i modi, perché non mi hanno dato la candidatura nonostante promesse e viaggi a Palermo e incontri con i vertici del partito…”.
Per la verità Zambuto, nel suo discorso di fine anno, ha anche esibito e consegnato alla stampa un documento, datato 27 dicembre, indirizzato ai vertici nazionali e regionali dello Scudocrociato. E nella missiva il sindaco ringrazia e rinuncia alla proposta. Tutto vero, ma allora, se la decisione era presa, perché aspettare l’ultimo giorno utile per sciogliere il nodo? Anche perché ormai le voci di una sua possibile candidatura erano costanti e ricorrenti. Era sulla bocca di tutti.
Riccardo Gallo, Piero Macedonio & company avrebbero certamente gradito vedere il sindaco non più sindaco. Erano pronti a stappare la bottiglia. Eppure Zambuto sette mesi fa è diventato nuovamente sindaco anche, e forse soprattutto, per il ruolo svolto dal Patto per il Territorio in campagna elettorale. Una sponsorizzazione a 360 gradi, senza confini, senza sosta. Ma la luna di miele è durata poco. In occasione delle Regionali, il Patto ha scaricato l’Udc e si è alleato con il Pdl di Alfano, ed è stata rottura. Una manovra che tante polemiche ha suscitato, Dal miele si è passati così al fiele. E ora anche alla capacità di recitare il mea culpa. “Questo sindaco è stato un bluff per la città e purtroppo anche il Patto del Territorio, pur avendo creduto ed investito tanto si di lui, prende atto della cruda realtà – si legge nella nota del Coordinamento provinciale – e per questo, per l’impegno profuso in favore di Zambuto, per aver chiesto ai nostri elettori di sostenerlo, chiediamo scusa alla città. Sa parlare, Marco, e bene, e con i suoi discorsi ci aveva fatto credere che fosse la volta buona per Agrigento, di conoscere nuovo sviluppo. Ma così non è stato, e l’inizio è stato ancor più deludente della fine del mandato precedente. Fatti non parole, diceva nei suoi spot: Non faremo pagare l’Imu; Non aumenteremo alcuna tassa; Abbiamo risanato il bilancio; Entro qualche settimana sarà risolto l’inquinamento a mare; Pronti i cantieri per asfaltare tutte le strade; Giunta comunale di altissimo livello; Risanamento centro storico; Risanamento e cura delle periferie.