Quannu la me ficu faciva li ficu tutti l’amiciuzzi l’avia a lu latu, ora ca la me ficu non fa cchiù ficu tutti l’amiciuzzi m’hannu abbannunatu. Ma si ppi casu la me ficu farria li ficu a chiuiri la porta e mma fingiri ammalatu.
Giovanni Bennardo esordisce con un proverbio tirati fuori dal suo ricco bagaglio di detti siciliani per stigmatizzare sulle accuse rivolte dal sindaco a “certa stampa”.
“Quando Tvs Favara offriva “ficu” – continua il consigliere di Forza Italia – tutti i politici la vantavano a prescindere dal servizio che la televisione offre alla città. Provate a immaginare una Favara senza Tvs che ci ha informato sempre su tutto. Ha informato, specialmente, la gente che non esce di casa se non per andare a lavorare. I politici se ne sono serviti. E se n’è servito più di tutti il sindaco, lo stesso che butta veleno sulla televisione e certa stampa, mentre gli altri politici non la difendono.
Tvs non è cambiata, ha sempre lo stesso editore e la stessa redazione, e allora come è che prima faciva ficu e ora non ne fa più? E’ cambiato l’amiciuzzu che prima era capopopolo e ora è sindaco. Prima c’era il Pro-cesso, le antenne e gli altri amministratori che non sapevano fare niente, ora lo stesso che criticava gli altri li ha accreditati tutti con il suo non sapere amministrare. Uno zero totale che scarica la responsabilità sull’informazione che dice semplicemente quello che accade e come è ridotta Favara”.
E’ un classico il giudizio di alcuni politici su chi fa informazione di approvazione o di disapprovazione fondato sulla personale convenienza del momento.
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