Una folla formata da favaresi ed extracomunitari si è stretta intorno alla bara di Ahmed, morto lontano dai suoi affetti a trentaquattro anni. C’erano i rappresentati del Pro Favara, i ragazzi di Beni Comuni, l’assessore Antonietta Vita, gente comune, c’erano i frati francescani e gli ospiti della Tenda del Padre Abramo.
La celebrazione dei funerali si è iniziata con il rito islamico, poi con il cristiano in lingua inglese, la funzione si è, infine, chiusa con le riflessioni di fra Giuseppe Maggiore.
Fra Giuseppe ha ricordato il calvario di Ahmed che “lo ha purificato da qualsiasi colpa”.
Ha parlato di un Dio unico e di fratellanza, “di un fratello che deve essere amato al di là del colore della pelle e al quale va stretta la mano. Le preghiere vengono dopo. Prima di pregare è necessario amare il prossimo”.
Si è emozionato ed ha emozionato il frate francescano quando ha parlato della mamma di Ahmed che per un istante è come se fosse diventata la mamma di tutti i presenti.
“Una mamma che ha visto partire il figlio alla ricerca di un futuro migliore, oggi chiuso in questa bara. Di una mamma…” Fra Giuseppe vinto dall’emozione e dalle lacrime si è fermato e vogliamo anche noi fermarci nello stesso punto nel nostro raccontarvi.
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