All’atto dell’insediamento il primo provvedimento del buon Sasà è stata la nomina a capo di gabinetto del consuocero. Ha fatto bene, ce ne vogliono di sindaci come lui. Sistemato l’ufficio a suo stretto contatto, stanco della fatica, si è riposato per circa un anno.
Rimesse le mani sul personale progetta e fa eseguire un ordine di servizio unico al mondo.
A Favara, in esclusiva mondiale, centinaia di lavoratori dipendenti devono svolgere, nell’arco di un mese, per dieci giorni le mansioni di inquadramento e per i restanti l’attività negli uffici che tengono in piedi da anni. Il provvedimento ha interessato esclusivamente i precari. Stanco si riposa per un altro anno, poi trasferisce tre dipendenti di ruolo, casualmente una è mia moglie, moglie di un giornalista da Sasà definito di “certa stampa” e l’altra è la moglie di un consigliere d’opposizione, Filippo Ceresi. Manganelle disse all’epoca dei fatti che tutto il personale doveva ruotare e si è iniziato con tre dipendenti. Siamo nel maggio dell’anno scorso e stanco si riposò.
Nel mese di Gennaio 2014 è arrivata la sveglia di Leonardo Pitruzzella, presidente del Consiglio comunale, con la sua interrogazione sulla razionalizzazione della spesa per il personale, sul programma elettorale riguardante il particolare punto e per conoscere le ragioni “per le quali il processo di riorganizzazione si è arrestato solo con il cambio di settori dei dipendenti Spina, Bumbello e Vaccaro lasciando di fatto incompleto il turnover previsto dalle normative nazionali”.
A sveglia avvenuta, considerato che il lavoro era stato fatto, l’amministrazione ha messo le mani su un provvedimento che al momento non conosciamo nei particolari e che interesserebbe circa 58 lavoratori. Ieri sera al volo, mentre stava lasciando l’aula consiliare, abbiamo chiesto al segretario generale quali livelli inquadramentali avrebbe riguardato la nuova disposizione. La risposta è stata “livelli A e B, i più bassi”. Si tratterebbe di precari. In Consiglio, Manganella, a proposito di precari, ha fatto sapere che il bando di partecipazione a 20 posti di vigile urbano, riservato ai precari, è andato deserto, ma a questo punto sarà l’amministrazione a provvedere direttamente nella scelta delle persone che andranno a coprire il servizio.
Sulle spese del personale ha fatto intendere che la sua amministrazione aveva già pensato a ridurre il salario accessorio e alla rimodulazione dell’orario lavorativo con la conseguente diminuzione del buono pasto, ma che l’assise cittadina ha bloccato in attesa di pareri legali sulla legittimità del provvedimento.
Ragioniamo. E’ scontato che i dipendenti di livello A e B devono svolgere le mansioni di inquadramento, ma è altrettanto scontato che se una parte di loro è indispensabile nella conduzioni di importanti uffici comunali, sarebbe bene mettere da parte la singolare turnazione di 10 giorni a fare una cosa e 20 un’altra.
Ancora più interessante è, comunque, preoccuparsi del problema finanziario dell’Ente cercando di risolverlo diversamente dal tagliare il reddito ai dipendenti, rendendoli maggiormente produttivi.
Le casse comunali piangono perché molto c’è da fare e poco si è fatto nella lotta all’evasione e all’elusione fiscale, sull’occupazione del suolo pubblico, sugli oneri di urbanizzazione, sul recupero dei soldi anticipati dal Comune nella demolizione di immobili di privati e l’elenco è lungo. In questi settori dovrebbe avvertirsi l’azione dall’amministrazione.
Leonardo Pitruzzella, l’interrogante, ha dichiarato di non essere soddisfatto dalla risposta del sindaco e “dopo tre anni ci vogliono più fatti che parole. E mi auspico che si completi il turnover iniziato con le tre dipendenti per sfatare le motivazioni di un provvedimento mirato verso alcune persone”.
Pitruzzella con la sua insoddisfazione sta interpretando quella della stragrande maggioranza di favaresi che hanno capito e non si fanno alcuna illusione sulle evidenti scarse capacità politiche del sindaco, ché, al di là, delle parole contano i fatti e i fatti descrivono la bassa qualità di vita dei favaresi.
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