Come se avessero sbagliato costa si trovano nel loro stesso continente ché la Sicilia e, in particolare, la provincia di Agrigento tutto è tranne un pezzo d’Europa. Noi, siciliani, come loro, già nel 1850 abbiamo iniziato il flusso migratorio verso il Nord Europa e l’America. In cento anni sono circa dieci milioni i siciliani che hanno lasciato l’Isola. Ancora oggi i giovani sono obbligati a cercarsi un futuro in altri territori. Noi con loro abbiamo diviso e dividiamo la strada, ma non l’arrivo. Nel senso che per nostra fortuna più a nord del nostro territorio, non possiamo sbagliare, c’è la prosperità, mentre nel loro nord ci siamo noi che la prosperità non l’abbiamo ancora conosciuta. Il loro arrivo è per noi emergenza. Non sappiamo come accoglierli e ci allarma la grandezza della disperazione, recentemente, annunciata da Alfano. Secondo il ministro dell’Interno sarebbero in seicentomila, con l’inizio del bel tempo, pronti alla partenza dalla costa africana in direzione Sicilia. La stragrande maggioranza arriverà a Lampedusa e nell’agrigentino. Praticamente, lasciano l’Africa ma non arriveranno in Europa. Noi non siamo l’Europa ed è subito allarme, ché non abbiamo mezzi per affrontare e risolvere già le nostre emergenza. Loro lo sanno e scappano. Li informano fin dalla partenza che il loro viaggio non finisce in Sicilia. Devono andare in direzione nord sulla stessa strada tracciata dai siciliani.
Ma il loro semplice arrivo è per noi allarme. E’ allarme a Lampedusa con i centri superaffollati, allarme è ad Agrigento città, ormai invasa e meta di altre future invasioni, è allarme a Favara dove in 480 al via sono scappati dal palazzetto dello sport lasciando nella fuga un tappeto di scarpe, mentre alcuni sono caduti in un vicino laghetto ed è allarme a Siculiana, dove il sindaco, disperato per una situazione ingestibile, si rivolge ai governi regionale e nazionale
per salvaguardare la salute dei suoi concittadini in un territorio “stracolmo di extracomunitari, trasferiti nella locale struttura di prima accoglienza, dopo l’approdo al porto di Porto Empedocle. “Continuiamo a dare ospitalità a queste persone – dice il sindaco, Mariella Bruno – ma il fenomeno è diventato pesante per la nostra città. Vorremmo fare di più ma non siamo nelle condizioni economiche e strutturali per aiutarli ulteriormente. Inoltre, nessuno ci spiega le condizioni di salute dei migranti. Serve maggiore informazione ed un concreto protocollo sanitario.
Noi siamo un paese ospitale, non faremo mai mancare la nostra solidarietà, ma sono preoccupata per la salute dei siculianesi e dei turisti che vengono a visitare Siculiana. Centinaia di migranti, senza preventivi controlli sanitari, hanno invaso la nostra città e altri potrebbero sbarcare sulle nostre coste nelle prossime settimane. Siamo preoccupati anche perché c’e’ poca conoscenza sulle condizioni di salute dei migranti. Sollecito il governo Crocetta ad intervenire immediatamente per risolvere il problema, coinvolgendo in prima persona il Premier Renzi. Abbiamo necessita’ urgentissima di aiuti statali ed
europei per fronteggiare questa enorme ondata di profughi nel nostro territorio. Siamo per l’accoglienza ma siamo anche molto preoccupati per la
sicurezza sanitaria e del territorio a tutela dei nostri cittadini.
Ci auguriamo possa essere stilato un protocollo d’intesa internazionale e che possa porre rimedio alla mancanza di serrati controlli sanitari. La situazione
a Siculiana e’ divenuta insostenibile e con l’arrivo di altri extracomunitari potrebbe peggiorare e degenerare”.
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