Gli ospedali del nostro territorio puntano all’eccellenza, sfruttando le direttive europee, strumenti di significativa importanza per migliorare l’offerta sanitaria. A proposito di direttive, il Parlamento Europeo con la Risoluzione sul Cancro della Mammella (B6/0528/2006) richiama tutti gli Stati Membri a “Assicurare su tutto il territorio nazionale entro il 2016 la costituzione di centri multidisciplinari di senologia (BREAST UNIT)
L’obiettivo dei centri multidisciplinari è di trattare specificatamente il tumore al seno per incrementare la sopravvivenza e la qualità della vita delle donne europee, stabilendo dei criteri per poter certificare questi centri per un bacino di popolazione di 250.000 persone.
I criteri prevedono: il trattamento di almeno 150 nuovi casi all’anno; la disponibilità di chirurghi dedicati che eseguano minimo 50 interventi/annui come primo operatore; la presenza di radiologi all’interno dei centri, che refertino almeno 1000 mammografie.
In provincia di Agrigento si deve sperare nella costituzione di questi centri che aumenterebbero la qualità del servizio sanitario e, nello stesso tempo, farebbero diminuire il numero dei viaggi della speranza e le spese della sanità pubblica. Ne abbiamo parlato con il dottore Antonino Savarino, oncologo presso l’ospedale di Canicattì.
“Il tumore alla mammella – ci dice il dottore Savarino – rappresenta la neoplasia femminile più frequente: ogni anno in Italia si registrano circa 33 mila nuovi casi e 11 mila decessi, pari al 20% di tutta la mortalità per cancro nelle donne. Nella nostra Provincia, è stimata una incidenza di 256 nuovi casi all’anno e una prevalenza di più di 1700 casi con la costatazione che la comparsa della malattia si verifica anche in età relativamente più precoce rispetto al passato”.
Questi i tristi numeri, mentre oggi, si è di fatto obbligati a cercare per se, l’oncologo, il chirurgo specialista in senologia, ambulatori diagnostici e altri specialisti, che tra di loro si parlano attraverso la stessa paziente. Questo comporterebbe allungamento di tempi, disagi notevoli per i soggetti e un aumento della spesa sanitaria. Cosa accadrà domani con le Breast Unit?
“La diagnosi e la terapia della neoplasia mammaria – continua il dottore Savarino – implica un coinvolgimento multidisciplinare per le sue specificità biologiche compresa la delicata branca della psicologia oncologica.
Per questo motivo, nella Asp 1 di Agrigento appare opportuno costituire una moderna struttura funzionale di riferimento diagnostico- terapeutico-riabilitativo-assistenziale “interforze” denominata Breast Unit che, con un lavoro di squadra, si prefigge di seguire la donna in tutto il suo percorso diagnostico, terapeutico, riabilitativo e assistenziale comprendendo con ciò anche la chirurgia ricostruttiva, il recupero funzionale e psicologico e fornendo supporto alla gestione della paziente in tutti i momenti della storia naturale della malattia.
La Breast Unit deve garantire standard assistenziali di eccellenza e conformi alle conoscenze della moderna oncologia senologica. Per ottenere ciò fanno parte del “core team” della Breast Unit professionisti di elevata competenza ed esperienza, prevalentemente dedicati alla senologia. Essi collaborano tra loro in maniera continuativa e sinergica e sono specialisti nelle seguenti discipline che devono essere presenti nel “core team” della Breast Unit: oncologia medica, chirurgia generale ad indirizzo senologico, chirurgia plastica ricostruttiva, radioterapia, radiologia, anatomia patologica, medicina nucleare, fisiatria, psico-oncologia. Fa parte del “core team” un data manager.
La Breast Unit sarà costituita da un’equipe multidisciplinare per la diagnosi e terapia della patologia oncologica della mammella e sarà composta da oncologi con formazione specifica in senologia oncologica, radiologi esperti di mammografia ed ecografia senologica, specialisti di medicina nucleare, di anatomia patologica, di chirurgia della mammella, di chirurgia plastica e ricostruttiva, di radioterapia, di fisiatria e di riabilitazione fisica, di terapia antalgica e cure palliative, di psico-oncologia, di assistenza sociale in grado di offrire alle pazienti diagnosi e terapie accurate, tempestive e adeguate nonché tutto il supporto necessario.
La Breast Unit si avvarrà, inoltre, di infermieri dedicati e del medico di medicina generale delle pazienti che intraprendono il percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale”.
Dicevamo dei tempi, oggi, lunghi, destinati ad accrescere il disagio e la sofferenza. Quale sarà domani il primo approccio della paziente?
“Fin dall’inizio la Breast Unit accoglie la paziente e la guida lungo un percorso appropriato, personalizzato a secondo del suo stato clinico, discusso e integrato collegialmente nelle procedure grazie al contributo delle diverse specialità previste nella Breast Unit. L’approccio integrato ha inoltre come obiettivo quello di rispettare rigorosi tempi diagnostici.
Coordinatore della Breast Unit sarà un Oncologo con documentata esperienza nella diagnostica e nel trattamento della patologia oncologica della mammella. L’incarico viene conferito per la durata di 5 anni rinnovabili”.
Nel nostro territorio è già individuabile una futura Breast Unit?
“Il centro di riferimento e di coordinamento della Breast Unit è localizzato, nell’immediato, nel P.O. “Barone Lombardo” di Canicattì presso l’U.O. di Oncologia Medica e Senologia Oncologica in quanto tale struttura ha la necessaria esperienza nella diagnostica clino-strumentale e nella terapia oncologica del cancro della mammella.
Esso si avvarrà di tutte le figure specialistiche precedentemente descritte operanti nella nostra ASP e nell’immediato anche dell’anatomia patologica o che intrattengono una convenzione con la stessa.
Viene creata quindi all’interno della nostra Azienda una rete di strutture funzionali senologiche (mediche e chirurgiche, diagnostiche e terapeutiche), coordinate dalla l’U.O. di Oncologia Medica e Senologia Oncologica dell’Ospedale di Canicattì, che operano in modo integrato e complementare.
E’ prevista, in un prossimo futuro, l’identificazione (o la costruzione) di appositi spazi che consentano di mettere insieme, nel medesimo centro, tutti gli specialisti coinvolti nella Breast Unit in modo che la donna, al fine di ridurne i disagi, possa recarsi in una struttura dedicata dove è possibile erogare tutte le prestazioni senologiche diagnostiche e terapeutiche necessarie.
Impegno primario della BreastUnits sarà anche quello di istruire giovani medici degli ospedali di questa Azienda alle specialità che afferiscono alla Senologia per il necessario ricambio generazionale e il miglioramento delle prestazioni senologiche in tutto il territorio provinciale.
Tutte le figure specialistiche del “core team” della Breast Unit partecipano alle collegiali mediche che discutono ciascun caso clinico e programmano il percorso personalizzato diagnostico-terapeutico della paziente e valutano i risultati dei trattamenti eseguiti.
La Breast Unit si occupa di tutte le pazienti che ad essa si rivolgono spontaneamente, alle pazienti sintomatiche, alle paziente della fascia ad alto rischio per mutazione genetica e incidenza familiare, alle pazienti con diagnosi accertata o a quelle con diagnosi sospetta o non definita. Le pazienti che risultano sospette o positive allo screening mammografico di base sono inviate alla Breast Unit la quale garantisce l’approfondimento diagnostico e le terapie chirurgiche (anche ricostruttive) e quelle mediche oncologiche.
La Breast Unit è inserita nella rete oncologica aziendale ed è collegata ai Centri di Prevenzione Oncologica della ASP, ai servizi senologia diagnostica operanti nel territorio che svolgono lo screening mammografico a basso rischio, ai consultori familiari.
Secondo le linee-guida delle Società Scientifiche specializzate la Breast Unit dovrebbe esaminare almeno cento nuovi casi all’anno.
Le strutture di senologia diagnostica afferenti alla BreastUnits dovranno essere dotate delle apparecchiature necessarie per le strutture di terzo livello comprese quelle per la biopsia stereotassica”.
Quali sono i requisiti?
“In accordo alle linee-guida delle Società Scientifiche, questi soni i requisiti indispensabili per l’istituzione e l’accreditamento della Breast Unit:
- Ciascuno specialista deve possedere una dimostrata esperienza specifica sui tumori della mammella
- Ogni membro della Breast Unit deve dedicare prevalentemente il proprio orario di lavoro alla patologia neoplastica mammaria.
- Fanno parte del “core team” della Breast Unit medici in possesso di una delle seguenti specializzazioni: radiologia, anatomia patologica, chirurgia generale, chirurgia plastica e ricostruttiva, oncologia medica, radioterapia, psicologia con indirizzo psico-oncologico, un data manager.
- Fanno parte dell’equipe di supporto della Breast Unitmedici in possesso delle seguenti specializzazioni: psichiatria, fisiatria, medicina nucleare, genetica medica; fanno inoltre parte dell’equipe di supporto i seguenti operatori sanitari: fisioterapista, assistente sociale, infermiere dedicate alla specifica patologia mammaria. Non possono far parte come operatori della Breast Unit coloro che non hanno ancora maturato la formazione specifica.
La Breast Unit deve possedere ed aggiornare continuamente un archivio informatico dettagliato su tutti i casi diagnosticati e trattati
- L’attività ed i risultati ottenuti dal gruppo e dai singoli specialisti deve essere verificata e discussa in riunioni periodiche tenute dalla Breast Unit. Ogni discostamento dagli obiettivi di qualità devono essere discussi e poste in essere appropriate misure correttive.
- La Breast Unit deve redigere ed aggiornare i protocolli di diagnosi e terapia.
- La Breast Unit deve costituire il punto di riferimento per i casi individuati come positivi o sospetti dalle strutture di primo livello, le pazienti sintomatiche, quelle che si rivolgono spontaneamente ad essa, quelle che vengono inviate ad essa dai Centri di Prevenzione, i “centri donna”, le strutture di screening, i consultori familiari.
- La Breast Unit deve garantire la terapia del cancro della mammella in tutte le sue fasi, comprese quelle avanzate.
- Alle donne devono essere fornite informazioni circa la loro diagnosi e le opzioni di trattamento.
- La Breast Unit deve essere dimensionata per trattare non meno di 150 nuovi casi all’anno in qualsiasi stadio della malattia neoplastica. Il numero dei vari specialisti costituenti il “core team” e l’equipe di supporto è commisurata per ruolo alla quantità di prestazioni che la Breast Unit esegue.
- Ogni trattamento primario deve essere eseguito secondo i protocolli della Breast Unit e, se anche qualche caso è sottoposto a trattamenti complementari in altra sede, deve avvenire secondo i protocolli suddetti.
- La Breast Unit deve possedere tutte le dotazioni tecnologiche di diagnostica per immagini e radioterapia con un programma di controllo di qualità per la mammella.
- Le visite devono avvenire in un ambulatorio dedicato, effettuate dal chirurgo, dall’oncologo medico e dal chirurgo plastico con la disponibilità del radiologo e dell’anatomopatologo.
- Dalla richiesta all’appuntamento per la visita non devono intercorrere più di 10 giorni
- In corso di prima visita, se necessario, la paziente deve poter proseguire l’iter diagnostico con gli esami strumentali compresi l’accertamento cito-istologico eco guidato e/o stereotassico.
- La diagnosi deve essere comunicata entro 5 giorni dalla visita, a seconda dell’opzione terapeutica, dal chirurgo o dall’oncologo, in un ambiente riservato e con adeguata assistenza psicologica. Se è necessario, chirurgo e chirurgo plastico comunicano insieme la diagnosi e la proposta terapeutica se è previsto un intervento chirurgico combinato o con tecniche oncoplastiche.
- L’equipe della Breast Unit deve tenere almeno una riunione settimanale per discutere:
a. Casi con diagnosi di neoplasia e diagnosi incerta
b. Casi candidati alla chemioterapia primaria
c. Tutti i casi operati, appena presa visione della stadiazione anatomopatologica
d. Casi in follow-up con sospetto o certezza di ripresa di malattia
- Il follow-up dei casi operati deve essere tenuto dall’oncologo con la possibilità di accedere immediatamente agli approfondimenti diagnostici necessari.
- L’assistenza psicologica deve essere fornita da un laureato in psicologia con formazione specifica in psico-oncologia e, in casi particolari che lo richiedano, da uno psichiatra.
- Il ruolo del chirurgo plastico è quello di collaborare con il chirurgo oncologo eseguendo, dopo la fase chirurgica demolitiva, la ricostruzione immediata o differita e, in corso di chirurgia conservativa, le tecniche correttive di oncoplastica. Inoltre egli partecipa all’attività ambulatoriale, alla comunicazione della diagnosi, alla definizione della strategia terapeutica e alla proposta di terapia alla paziente. La B.U. deve poter disporre di un’ampia gamma di protesi mammarie interne ed esterne.
- Lo specialista in genetica medica interviene nella valutazione del rischio genetico familiare finalizzato anche ad eventuali interventi profilattici
- La terapia palliativa dei casi avanzati deve essere sempre disponibile, anche a livello domiciliare
- La Breast Unit deve poter disporre di un servizio di fisioterapia per la riabilitazione post-operatoria precoce e per il trattamento delle sequele a distanza della terapia chirurgica e radiante con specialisti in fisiatria e fisioterapisti dedicati.
- Ogni Breast Unit necessita di assistenza infermieristica dedicata, assistenza sociale, di data manager.
- Col consenso della paziente, partecipa agli incontri della Breast Unit il medico di medicina generale della paziente”.
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