“Sono venuto per vedere mio padre, aspettano me per la tumulazione della bara”. Queste le prime parole di Totò Cuffaro, appena arrivato sotto casa dei genitori a Raffadali. Un uomo libero, anche se solo per 24 ore. L’ex presidente della Regione, visibilmente provato, è arrivato nel pomeriggio, a bordo di un'auto di famiglia, guidata dal fratello Peppe. (foto di Calogero Giuffrida). Accanto a lui nessun agente di custodia. L'autorità giudiziaria gli ha accordato un permesso speciale di un giorno. Così l'ex governatore della Sicilia dal carcere romano di Rebibia, dove si trova dall'inizio del 2011, ha raggiunto prima la caserma dei carabinieri, per la firma, poi l’abitazione, nella salita Rosario. Il padre, morto lo scorso 31 dicembre, non lo troverà. Ma la bara è ferma ancora lì, nella cappella del cimitero, non a caso.
“Sono qui proprio per questo, per vedere l’ultima volta mio padre – spiega Cuffaro – poi andrò via subito, prima della scadenza del tempo che ho a disposizione. E nonostante l'arrivo in ritardo a Raffadali, rispetto alla celebrazione dei funerali, Totò Cuffaro rivolge un ringraziamento ai giudici che gli hanno consentito di raggiungere la famiglia in un momento così doloroso e di potere partecipare alla tumulazione che si farà domani mattina. Prima di lasciare i cronisti, sollecitato, ha detto “di stare bene” e ha aggiunto “la Sicilia è straordinaria, godetevela.” Poi ha varcato il portone, per correre dentro ad abbracciare i familiari, soprattutto l'anziana madre, la signora Ida, che aveva visto l’ultima lo scorso 8 ottobre quando, proprio per incontrare il padre malato, era arrivato a Raffadali dopo avere ottenuto un permesso straordinario. Ma allora con gli agenti di custodia al seguito.
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2 commenti
Mi dispiace per il padre, ma la legge non era uguale per tutti?
Joseph Zambito liked this on Facebook.