Già a dodici anni suonava la batteria dentro casa, a Santa Elisabetta. Poco dopo, sempre da autodidatta, l’incontro con la sua prima chitarra nella barberia del padre. Lui è Salvatore Rizzo, anche se presentarlo così è del tutto anonimo: lui è Toto Rock. Una vita dedicata alle note, alle parole e ai colori. Da adolescente capisce subito d’avere dentro di sé un irrefrenabile desiderio di comunicare le sue sensazioni alle persone. Fa sentire la sua voce attraverso il microfono, esprime il suo essere tramite una rara tecnica ritmica che trasforma la sua chitarra in una parte del suo corpo. Molti lo ricordano aver qualche volta infiammato una gremita Piazza San Carlo con i suoi assoli, espressione di una passione musicale senza pari. Ha sempre cavalcato le sue emozioni domandole con le note, fin da quando col complesso “Gli amici” dettava il ritmo alla batteria o partecipava all’accompagnamento delle serenate, che con la sua presenza diventavano vere danze poetiche.
Toto Rock ha conosciuto anche l’emigrazione all’estero, in quella Germania dove per due anni venne scambiato per un chitarrista professionista in uno dei primi gruppi a composizione mista. Ma il richiamo della sua amata terra sabettese lo convinse a ritornare. Fu qui che sognò il padre e queste sue parole: “Salvatore, tu sei come me, dipingi ed esprimi tutta la tua arte”. E senza aver mai toccato un pennello in vita sua inizia a dipingere. Tra naif e astrattismo per lui i colori diventano uno strumento consolatorio e rassicurante, un modo per ritrovarsi e realizzarsi mettendo nelle tele tutto se stesso.
Da qualche anno Toto Rock, in questa sua continua sperimentazione artistica che è la sua vita, scrive poesie autobiografiche che stanno componendo un vero e proprio diario della sua esistenza. “Scrivere mi aiuta a fissare i ricordi e a capire certi passaggi, anche dolorosi, della mia vita”. Chi lo ascolta sarà sempre attraversato da un brivido, chi osserva le sue tele potrà vederci sofferenza ma anche tanta voglia di riscatto e chi lo legge si sentirà invaso da una catarsi poetica spiegabile solo con le sue stesse parole: “ho fatto per mestiere il pittore, dipingo amore e un po’ di fantasia per inventare”.
Un giorno chiese al padre come riuscisse a fare tutto quello che faceva e lui, ‘u zì Ramunnu varberi, pacatamente gli rispose: “quando sarai grande e crescerai, capirai”. E siamo tutti convinti che Toto Rock lo abbia capito, da sempre.
Antonio Fragapane
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