Nella pianta organica del Comune, che conta circa 500 dipendenti, sono presenti, anche, figure professionali che dovrebbero assicurare la manutenzione in generale e sul verde pubblico.
Immaginate di avere a casa, a vostra disposizione, idraulici, elettricisti, muratori, addetti alla pulizia e persino un falegname. Non si finirebbe di dire “si è fulminata la lampadina” e già la sostituzione sarebbe cosa fatta. “C’è un rubinetto che non funziona” e di botto riparato. Un vero paradiso per i mariti e pure per le mogli.
Nella realtà, accade che a casa abbiamo il personale, che paghiamo regolarmente, mentre le lampadine restano fulminate e i rubinetti non funzionanti, ché i 500 angeli hanno le ali tarpate e l’arcangelo non sa da dove iniziare.
E intanto che i contribuenti pagano per coprire la spesa corrente del Comune di circa 30 milioni di euro, non c’è un solo fatto positivo sul quale volgere l’attenzione per non vedere le mille cose che non vanno.
Sembrerebbe che si voglia andare verso le esternalizzazioni dei servizi. Nasce spontanea la domanda: chi è stato assunto con una particolare qualifica che lavori effettuerà? Ovviamente faranno quello che hanno fatto sempre, così come i contribuenti pagheranno come hanno fatto sempre. E il cambiamento promesso tre anni fa? Il cambiamento promesso tre anni fa è stato divorato dalla malasorte, ché Favara è un paese sfortunato, dove tutto va in malora. Recentemente sembrerebbe che la sfortuna non abbia risparmiato neppure l’arbitrato Aipa, sul quale si conosce poco, ma è quasi certo che si sia chiuso con un nulla di fatto, tranne per il pagamento sempre da parte dei contribuenti favaresi di una parte dei costi a carico dell’amministrazione comunale.
Mi capita spesso di ripetere tra me e me “prima se ne vanno, meglio è. Prima se ne vanno, meglio è”.
Mi consolano i tre anni già trascorsi, il più è fatto, a questo punto addà passà a nuttata.
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3 commenti
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Ieri notte ero felice…ho sognato che Sasà, la sua giunta e i 30 amici di Alì Babà, presi da un innaturale ed improvviso senso di coscienza, chiedevano scusa alla città e facevano un passo indietro ponendo così fine alla lenta agonia di Favara. Dopo le loro dimissioni, al Municipio, nel sogno, arrivava un commissario norvegese che vedendo la pianta organica dei dipendenti e confrontandola con l’effettivo lavoro svolto, decideva di azzerare tutto ed indire pubblici concorsi. Un norvegese che con un colpo di spugna, chiudeva in pochi minuti, la ventennale pratica del servilismo politico…che genio!!! Poi improvvisamente il gallo cantò, la luce entrò nella mia camera da letto e mi resi conto che era stato solo un bel sogno!!!
questi galli, a volte…