I cittadini di Agrigento Punto e a Capo
Nulla di personale con nessuno e senza alcuna intenzione di voler polemizzare con alcuno ma una domanda sorge spontanea: se il percorso di questi poveri sfortunati fratelli (la cui unica colpa è quella di essere nati in un paese più “disgraziato” di quello nostro) è noto: fuga dai centri di accoglienza, direzione piazzale Rosselli da dove partono per raggiungere altre destinazioni, è mai possibile che in attesa dell’imbarco, debbano sostare per ore ed ore gettati così all’addiaccio come bestie, morti di fame, freddo e sete?
E’ tutta quì la macchina organizzativa del volontariato? Questa sera (una come tante altre), se un paio di cittadini non si fossero accorti di quanto accadeva all’interno della Villetta Casesa, sotto lo sguardo indifferente dei passanti, questi poveracci non avrebbero ricevuto alcuni generi di conforto immediatamente messi a disposizione da Don Calogero del Don Guanella.
Li abbiamo visti in tv scendere con tute e mascherine dalle navi e ora li vediamo “dal vivo” lasciati in balia dell’umidità e senza assistenza.
Si lasciano scappare. Si chiude un occhio. Domani saliranno su autobus pieni di gente, magari fra i ragazzi italiani che vanno al nord a cercare fortuna, fra gli studenti che vanno a dare qualche materia all’università.
Dove sono le mascherine e la sorveglianza sanitaria?
Battono i denti dal freddo e domani saliranno su mezzi di trasporto non dedicati, mettendosi vicendevolmente in pericolo con gli altri passeggeri per le differenze del “sistema immunitario” .
Stanotte dormono nella villetta.
Dove faranno i loro bisogni? Dove si laveranno? In che condizioni resterà il salotto cittadino?
Non vogliamo sottolineare che un’emergenza del genere non fa bene al turismo, vogliamo dire: che figura ci facciamo?
Una città, che si dice “accogliente per tradizione”, fa dormire degli sfortunati dentro una fontana? E, per questa volta, meno male che ad Agrigento le fontane non funzionano! Che amministrazione lungimirante!
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