Il direttore della redazione del giornale La Sicilia ha scritto un articolo, in riferimento alla crisi del palazzo dei giganti definendo Agrigento “nave senza nocchiero in gran tempesta”. Mi si permetta di aggiungere che la “tempesta” in cui si trova la città è stata provocata dai vari “nocchieri” che l’hanno sgovernata e così come nessuno rimpiange la Giunta ed il Consiglio provinciale sciolto per legge, lo stesso vale per il Comune.
Mi si permetta di ricordare che se questo capoluogo non ha saputo accedere ai tanti miliardi di euro europei, disponibili dal 1996 ad oggi, è non è per responsabilità dei “nocchieri” che non si sono curati o non sono stati capaci di predisporre un parco progetti ovvero un piano strategico per provocare la crescita socio economica della città?
Se tante altre occasioni finanziate dallo Stato o dalla Regione sono andate perdute è o non è per responsabilità dei “nocchieri” ?
Se il tasso di disoccupazione è altissimo e tanti imprenditori hanno visto bruciare i loro capitali investiti in attività diverse è o non è accaduto anche per il fatto che i “nocchieri” non hanno saputo dotarsi di una strategia di sostegno alla imprenditoria locale, quando, addirittura, non hanno sabotato il voler fare di alcuni imprenditori ?
Se gli agrigentini sono tartassati oltre ogni ragionevole bisogno per l’amministrazione e la gestione del sistema città è o non è per responsabilità dei “nocchieri” che l’hanno dissestata e indebitata?
Se è qui che si pagano le tariffe più alte del mondo per acqua e rifiuti è o non è per responsabilità dei diversi “nocchieri” che hanno prodotto o non hanno impedito il costituirsi di una sacca di diseconomie piuttosto che agire per realizzare economie di scala con gli ATO?
Se i non auto sufficienti non hanno potuto usufruire dei servizi finanziati dalla 328 e forse non lo saranno da parte dei PAC è o non è perché i “nocchieri” non hanno saputo agire nell’interesse di chi aveva ed ha bisogno del sostegno del Comune?
Se Porto Empedocle ha potuto cambiare volto grazie agli oltre 12 milioni di euro contrattati da quel “nocchiero” per la sua città, come compensazioni per l’impianto di rigassificazione del metano, è o non è responsabilità dei “nocchieri” di città il non avere contrattato piuttosto che contrastato l’ENEL ?
Se il mare di San Leone è stato non balneabile per tanti anni è per colpa solo di Girgenti Acque oppure, anche, dei “nocchieri” che hanno con le diatribe sui depuratori danneggiato l’immagine e l’economia delle lunghe stagioni estive, prive, tra l’altro, di iniziative e richiami attraverso l’intrattenimento e gli eventi ?
Come sappiamo bene tutti, l’elenco potrebbe continuare ma non è utile farlo, semmai serve sottolineare che senza controllo e reattività sociale questa città è condannata ad un futuro peggiore del presente.
Il cittadino si sente solo, piccolo ed impotente rispetto alla “tempesta” che non sa come fronteggiare e per questo risulta ingiustificabile la latitanza dei dirigenti dei partiti, l’assenza di un punto di coagulo delle confederazioni per iniziative unitarie sindacali, costruite con le associazioni dei datori di lavoro.
Così come si avverte la mancanza di un movimento studentesco e giovanile e la messa in cammino del volontariato sociale.
Non è che nessuno faccia niente: il fatto è che nessuno cerca l’altro e spesso l’altro, quando è cercato, si ritrae per gelosia, per pigrizia, per non perdere il proprio protagonismo anche se sterile di risultati.
Tutti fanno qualcosa ma nessuno lo vuol fare insieme agli altri e poi tutti danno la responsabilità delle cose che non vanno agli altri, mai nessuno che si metta in discussione veramente.
A parole si dice che serve l’unità delle forze sociali, che bisogna lottare contro la povertà, che si deve promuovere lo sviluppo dell’economia e del lavoro, che bisogna alzare la qualità della vita urbana. Ma, poi, mancano i fatti! Credo si sia d’accordo sul fatto che servono “nocchieri” ma che siano “buoni nocchieri”, ma, anche, cittadini esigenti e partecipanti per una cittadinanza attiva.
Oggi Agrigento ha bisogno di “nocchieri” che sappiano farla uscire dalla “tempesta” e che non cerchino una “scialuppa” per salvarsi come ha fatto il “comandante” Schettino dopo avere fatto “naufragare” la nave Concordia.
Piero Mangione