Reina capisce di poter essere un artista anche governando greggi o lavorandone il latte, poiché il vero modo d’essere di ognuno di noi non si traduce necessariamente in quello che si fa, bensì in quello che si è nel profondo della propria anima. Questa è l’intuizione che lo ha portato negli anni a creare la prima “fattoria dell’arte”, ovvero una vera azienda agricola, gestita intelligentemente ma con un innesto di creatività assolutamente originale ed affascinante, quest’ultima da sempre ispirata dalla moglie Angela.
Qui Reina coltiva un profumatissimo origano biologico, esportato nel mondo, e produce i formaggi tipici dei Monti Sicani, alture dove è incastonata la sua “fattoria didattica”, i cui stimolanti percorsi vanno dall’incontro con le sue asine da latte (Vieni in Somarìa) all’immersione di un giorno nell’autentica vita contadina di un tempo (Vivi la natura), dalla scoperta dei tradizionali metodi di panificazione (Il ciclo del pane) al diretto contatto con la creazione artistica del pastore-scultore (Vivi l’Arte). Inoltre, è quasi in dirittura d’arrivo la realizzazione del suo ultimo progetto, ovvero la produzione del “formaggio di grotta”, secondo antichi criteri tramandati (ma gelosamente custoditi) in questi luoghi da secoli. Questa la prima “anima” di Rocca Reina, resa completa dalla costante dedizione di Lorenzo agli stimoli della scultura.
Lo stesso Reina fa sapere che un importante mercante d’arte californiano, Frank Sorrentino, è in attesa di realizzare un tour promozionale delle opere dello scultore quisquinese negli Stati Uniti, dove le forme di pietra modellate sui rilievi sicani saranno certamente ben accolte. Il sogno americano deve però ancora attendere, poiché il progetto del “formaggio di grotta” viaggia in parallelo con quello dell’apertura di un “museo personale”, da realizzare all’interno di una torre che dall’alto dei suoi tre livelli domina il verde dei monti e delle vallate fino al blu di quel “mare africano” che da questo luogo appare come un mondo lontano.
Ma le vertigini paesaggistiche di questa fattoria non sono esclusive della torre-museo (progettata dallo stesso Reina sul modello del federiciano Castel del Monte), rendendo molto particolare anche il suggestivo teatro di pietra, fortemente voluto per ospitare incontri e rappresentazioni d’arte e impiantato su una piccola radura posta a strapiombo sulla Valle del Platani, in un territorio in cui tremila anni di storia sono quotidianamente raccontati dagli intagli nella roccia, dalle rocche inarrivabili e dalle acque fluviali, un tempo, tra le più navigate di tutta la Sicilia.
Antonio Fragapane
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